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Il Veneto in Europa
Un confronto con i 27 Paesi
Centro studi e ricerche economiche e sociali
Il Veneto in Europa
Un confronto con i 27 Paesi
Centro studi e ricerche economiche e sociali
Il Veneto in Europa. Un confronto con i 27 Paesi dell'Unione europea
Il presente rapporto è stato curato dal Centro Studi di Unioncamere del Veneto sulla base delle informazioni e dei dati disponibili al 13 luglio 2010
ed è stato realizzato con il contributo della Regione Veneto – Ass. all'Economia e Sviluppo, Ricerca e Innovazione.
Coordinamento e supervisione
Serafino Pitingaro
Redazione testi, elaborazione dati, tavole e grafici
Antonella Trevisanato
Per chiarimenti sui contenuti della pubblicazione rivolgersi a:
Unioncamere del Veneto
Centro studi e ricerche economiche e sociali
Via delle Industrie, 19/d – 30175 Venezia
Tel: 041 0999311 – Fax: 041 0999303
web site: www.unioncameredelveneto.it
Stampa: Tipografia SIT - Società Industrie Tipolitografiche - Dosson di Casier (TV) - settembre 2010
Tiratura: 1.000 copie
Si autorizza la riproduzione a fini non commerciali e con la citazione della fonte
La pubblicazione è disponibile su richiesta presso il Centro Studi Unioncamere del Veneto e in formato elettronico sul sito internet www.unioncameredelveneto.it
L'economia del Veneto e dei Paesi europei, dal 2008, ha
costituisce la base per una nuova stagione dei rapporti Centro-
rallentato lo sviluppo e tutti i territori si sono trovati a dover
Periferia nel nostro Paese e nelle singole regioni. Il federalismo
affrontare inedite ed impegnative sfide economiche e sociali. Bassa
fiscale è finalizzato ad una migliore gestione delle risorse pubbliche
crescita economica, -5% la caduta del Pil veneto, ed alto tasso di
innanzitutto attraverso una maggiore responsabilizzazione degli
disoccupazione 4,8% sono solo alcuni degli indicatori che hanno
Amministratori locali. La riforma in senso federale dello Stato sta
messo in allarme i responsabili economici e politici convinti che
inoltre rendendo le regioni protagoniste a pieno titolo delle proprie
all'esaurirsi di alcuni fattori di competitività debba accompagnarsi
scelte anche in materia di sviluppo economico.
l'individuazione di nuove leve di sviluppo.
Diventa quindi importante comprendere come il Veneto si
Per rispondere a tale situazione di difficoltà, la Commissione
colloca su scala europea attraverso un'analisi di benchmarking con
europea ha recentemente lanciato la strategia Europa 2020,
i 27 Paesi membri e con alcune regioni europee di confronto: due
un nuovo piano di azione economica destinato ai Paesi membri.
regioni italiane – Lombardia ed Emilia-Romagna – e altre sei regioni
Rispetto alla precedente Strategia di Lisbona, Europa 2020 vuole
europee – Baden-Württemberg (DE), Bayern (DE), Cataluña (ES),
essere uno strumento più mirato per affrontare le sfide di oggi,
Île de France (FR), South East (UK) e Stockholm (SE). Vengono qui
offre l'opportunità all'Europa di scegliere quale modello di sviluppo
di seguito presentate alcune informazioni statistiche importanti per
realizzare e quale ruolo giocare nello scenario internazionale.
inquadrare la nostra realtà territoriale nel panorama nazionale ed
Le priorità della nuova strategia europea sono caratterizzate da
un coordinamento sempre più convinto tra Stati membri e da un
Dal posizionamento della nostra regione nei ranking competitivi
più efficiente sistema di governance in cui anche le regioni possono
europei emerge come il Veneto rappresenti una delle realtà più
svolgere un ruolo rilevante. Infatti, la ricchezza di best practice
dinamiche del continente, malgrado la crisi abbia pesantemente
e di competenze dei territori permetteranno di creare ambienti
rallentato le prospettive di crescita dell'economia veneta. La nostra
favorevoli alla crescita e all'innovazione dell'intera società.
Regione ha gli anticorpi necessari, una volta superato questo
In quest'ottica le regioni europee sono chiamate a contribuire,
momento, per riavviare il ciclo virtuoso della crescita.
con le proprie peculiarità e qualità, alla costruzione di un'Europa
sempre più competitiva nel contesto internazionale. In particolare,
in Italia l'approvazione da parte del Parlamento nell'aprile 2009
Federico Tessari
della legge di attuazione del federalismo fiscale (l.42/2009)
Presidente Unioncamere del Veneto
Centro studi Unioncamere del Veneto
Dai risultati raggiunti nei vari settori produttivi, nello sviluppo
nazionale: crescita intelligente (promuovendo la conoscenza,
delle imprese e nell'apertura commerciale emerge come il Veneto
l'innovazione, l'istruzione e la società digitale), crescita sostenibile
sia una delle aree economicamente più forti e dinamiche non solo
(rendendo la nostra produzione più efficiente sotto il profilo delle
all'interno dei confini nazionali, ma anche in Europa. Confrontando
risorse e rilanciando contemporaneamente la nostra competitività)
la regione con i 27 Paesi dell'Unione europea si osserva infatti che
e crescita inclusiva (incentivando la partecipazione al mercato del
questo territorio ha una dimensione demografica ed economica
lavoro, l'acquisizione di competenze e la lotta alla povertà).
superiore ad un terzo degli Stati membri considerati.
Per raggiungere questi obiettivi è essenziale il coinvolgimento
Tuttavia per valutare i progressi del Veneto e verificare la posizione
attivo degli enti a livello nazionale e locale. Nell'intento di applicare
della regione nel contesto europeo, è importante il confronto con
concretamente le linee guida europee e sensibilizzare gli operatori
gli obiettivi della Strategia di Lisbona 2010 espressi in termini di
a livello politico, amministrativo ed economico è importante
target rispetto ad alcuni indicatori statistici. Sono infatti trascorsi
instaurare un dialogo costruttivo tra i diversi livelli territoriali.
dieci anni da quando i capi di Stato e di Governo dell'Unione
Inoltre è necessario valorizzare il ruolo delle autorità regionali e
europea riuniti a Lisbona hanno fissato alcuni obiettivi concreti per
locali dando ascolto alle loro esigenze e priorità e garantire un
rendere l'Europa l'economia più competitiva e dinamica al mondo
partenariato pieno e paritario tra i vari livelli di governo (governance
ed è quindi arrivato il momento di fare un bilancio.
multilivello). Ciò vede in primis il coinvolgimento delle Regioni e
Alla luce dei traguardi finora raggiunti, oggi appare chiaro come
delle Camere di Commercio, che con le loro attività aiutano le
gli obiettivi di Lisbona, riguardanti l'occupazione, la coesione
imprese a svilupparsi ed essere sempre più competitive.
sociale, l'innovazione e la sostenibilità ambientale, siano risultati
troppo ambiziosi, sia in relazione alla situazione socioeconomica di
partenza di molti Paesi membri sia rispetto agli strumenti utilizzati
inadeguati. Per rilanciare l'economia europea la Commissione
Assessore regionale all'Economia e Sviluppo,
Ricerca e Innovazione
ha quindi elaborato una nuova strategia decennale, denominata
Europa 2020, che sostituisce la Strategia di Lisbona. Tra le priorità
vi è la necessità di raggiungere alti livelli di coesione sociale,
produttività e occupazione, facendo leva su tre motori di crescita,
da mettere in atto mediante azioni concrete a livello europeo e
5. Il Veneto e le regioni europee . . . . . . . . . . . . . . . 63
Centro studi Unioncamere del Veneto
Il presente rapporto illustra una duplice analisi di confronto: da
adesione – che nel lungo periodo sono cresciuti di più. Il terzo
una parte, viene analizzata la situazione del Veneto in rapporto
capitolo esamina il mercato del lavoro rispetto agli obiettivi di
ai 27 Paesi dell'Unione europea (UE), dall'altra, invece, la nostra
Lisbona e recentemente aggiornati dalla strategia Europa 2020. A
regione viene messa a confronto con le regioni europee rispetto alle
livello occupazionale il Veneto, sebbene non raggiunga i target di
quali presenta alcune analogie in termini di sviluppo demografico,
Lisbona, si pone costantemente al di sopra della media nazionale.
economico e sociale. La ricerca è stata elaborata sulla base di
Inoltre, in termini di disoccupazione il Veneto è una delle aree più
24 indicatori socio-economici. Essi forniscono una valutazione
virtuose in Europa, anche considerando le componenti deboli del
dei risultati ottenuti dal Veneto, dai Paesi e dalle regioni europee
mercato del lavoro: le donne e i giovani. Tuttavia, è altrettanto
rispetto agli obiettivi fissati dalla Strategia di Lisbona nel 2000.
vero che, come il nostro Paese, il Veneto è caratterizzato da un
Sebbene infatti l'Italia, come molti altri Paesi membri, sia
basso tasso di partecipazione al mercato del lavoro. Inoltre risulta
piuttosto lontana dai target di Lisbona, per molti indicatori alcune
preoccupante la bassa quota nazionale e regionale di persone che
regioni italiane, tra cui la nostra, risultano comunque più prossime
hanno conseguito un titolo di studio terziario o che hanno partecipato
ai traguardi. Gli obiettivi sono stati recentemente confermati (e resi
a corsi di formazione permanente. Il quarto capitolo è dedicato
più stringenti) dalla Commissione europea nella nuova strategia
all'innovazione e alla ricerca. L'analisi conferma la caratterizzazione
decennale Europa 2020, che sostituisce e aggiorna la Strategia di
innovativa e flessibile ma a bassa intensità tecnologica del nostro
sistema produttivo. Infine, il quinto capitolo analizza il Veneto
Il rapporto è strutturato in 5 capitoli. Il primo capitolo è
in rapporto alle otto regioni europee sue competitor attraverso i
focalizzato sull'evoluzione e la struttura demografica del Veneto.
principali indicatori demografici, economici e sociali.
Rispetto alla situazione europea l'aspetto strutturale più complesso
Per esigenze di sintesi, il rapporto si è limitato ad individuare
da gestire per la nostra regione e l'Italia è l'invecchiamento
le variabili più rilevanti reperibili a livello 1 e 2 della Nomenclatura
della popolazione, quale risultato di due componenti endogene:
delle Unità Territoriali Statistiche (NUTS), attraverso cui l'Eurostat
l'allungamento della vita media e la bassa natalità. Il secondo
ripartisce il territorio dell'Unione europea a fini statistici.
capitolo si concentra invece sul contesto economico. Il Veneto
è una delle aree più ricche in Europa, ma mostra una crescita
economica più contenuta. Sono invece i Paesi che partivano da un
Gian Angelo Bellati
basso livello di reddito pro capite – nello specifico i Paesi di nuova
Direttore Unioncamere Eurosportello del Veneto
Note e avvertenze
armonizzate nella Comunità. Ogni Stato membro è suddiviso in unità territoriali
Salvo diversa indicazione, i dati riportati nel presente fascicolo provengono dalla
di livello NUTS 1, ognuna delle quali è suddivisa in unità territoriali di livello
banca dati Eurostat (http://epp.eurostat.ec.europa.eu). In alcuni casi si è fatto
NUTS 2, a loro volta suddivise in unità territoriali di livello NUTS 3. Per stabilire
ricorso alle fonti Istat e Prometeia.
in quale livello NUTS debba essere classificata una determinata classe di unità
amministrativa di uno Stato membro, si considera la dimensione media della
Indicatori
classe di unità amministrativa che si basa sull'entità della popolazione residente
Attraverso il monitoraggio di 24 indicatori socio-economici (vedi schema di seguito)
(NUTS 1 da 3 a 7 milioni di residenti, NUTS 2 da 800 mila a 3 milioni, NUTS 3
viene proposta un'analisi comparata del Veneto con i Paesi dell'Unione europea
da 150 mila a 800 mila). In particolare, in questo rapporto i dati utilizzati sono
a 27 e con alcune regioni italiane ed europee. Per ogni indicatore è stata creata
classificati a livello NUTS 1 e 2 e sono disponibili, con alcune eccezioni, per le
una tavola da cui è possibile confrontare direttamente la performance del Veneto
nove regioni europee prese in considerazione.
rispetto ad ogni singolo valore e un grafico per inquadrare il posizionamento della
regione rispetto ai Paesi europei e alle altre regioni di confronto. È stata inoltre
Periodo di riferimento dei dati
inserita una breve nota con la definizione dell'indicatore e la spiegazione per la
Per ogni indicatore non è stato possibile presentare sempre la medesima serie
lettura della tavola. Alcuni indicatori sono stati confrontati con i target fissati
storica, che comunque è aggiornata con gli ultimi dati disponibili. Per il Veneto
nel Consiglio Europeo tenutosi a Lisbona nel marzo 2000 e successivamente
sono stati considerati i dati più aggiornati, ma per realizzare i dovuti confronti
sostituiti o confermati dalla strategia Europa 2020.
sono stati utilizzati valori riferiti ad anni meno recenti al fine di rendere i dati
omogenei tra loro e con alcune definizioni di Eurostat che non sempre coincidono
esattamente con quelle ufficiali utilizzate a livello nazionale.
I territori di riferimento sono la regione del Veneto, i 27 Paesi dell'Unione
europea, due regioni italiane (Lombardia ed Emilia-Romagna) e altre sei regioni
europee (Baden-Württemberg, Bayern, Cataluña, Île de France, South East e
Nelle tavole statistiche e nei grafici sono utilizzati i seguenti segni
Stockholm), che hanno caratteristiche economiche, demografiche e sociali simili
a quelle venete. Il confronto regionale a livello europeo ha richiesto l'utilizzo
degli indicatori predisposti da Eurostat nella banca dati Regional statistics. Tale
- asterisco (*) quando il dato è di fonte Istat
database è predisposto ed armonizzato per le singole regioni europee e copre i
- doppio asterisco (**) quando il dato è di fonte Prometeia
principali aspetti della vita economica e sociale nell'Unione europea, classificati
- due punti (:) quando il dato non è disponibile
in base ai tre livelli di nomenclatura delle unità statistiche territoriali (NUTS).
- corsivo (n) quando il dato è provvisorio
Tramite la classificazione NUTS l'Istituto statistico delle Comunità europee
- sottolineato (n) quando il dato è stimato
(Eurostat) suddivide infatti il territorio economico degli Stati membri al fine di
- sottolineato doppio (n) quando il dato è previsivo
consentire la raccolta, la compilazione e la diffusione di statistiche regionali
Centro studi Unioncamere del Veneto
Schema degli indicatori socio-economici:
Popolazione
1.
Superficie, popolazione residente e densità abitativa
Popolazione residente
Popolazione residente per età
Tasso di natalità e di mortalità
Speranza di vita alla nascita
Incidenza della popolazione straniera
Contesto economico
7.
Pil a parità di potere d'acquisto per abitante
Pil a parità di potere d'acquisto
Tasso di crescita del Pil
10. Reddito disponibile per abitante
Occupazione
11. Tasso di occupazione 15-64 anni
12. Tasso di occupazione femminile 15-64 anni
13. Tasso di occupazione 55-64 anni
14. Tasso di disoccupazione
15. Tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni)
16. Tasso di disoccupazione femminile
17. Tasso di disoccupazione di lunga durata
18. Tasso di attività della popolazione in età 15-64 anni
19. Popolazione di età compresa tra 25 e 64 anni con istruzione terziaria
20. Popolazione di età compresa tra 25 e 64 anni che ha partecipato alla formazione permanente
Innovazione e ricerca
21. Spesa in R&S
22. Brevetti presentati all'EPO
23. Occupazione nel settore manifatturiero ad alta e medio-alta tecnologia
24. Occupazione nel settore dei servizi ad alta tecnologia
Tavola 1 - Superficie, popolazione residente e densità abitativa. Anni 1998 e 2008
Popolazione (migliaia)
Densità (ab/kmq)
L'evoluzione e la struttura demografica di un Paese
sono rappresentative di importanti aspetti sociali, quali
l'incidenza della popolazione anziana, il miglioramento
delle condizioni di vita, l'incremento della vita media, il
tasso di natalità e i fenomeni migratori, che influiscono
al tempo stesso sullo sviluppo economico e sociale di
Nel 2008 la popolazione residente dell'Unione
europea a 27 ha raggiunto quasi mezzo miliardo di
abitanti (Tav.1). In particolare, lo stato europeo più
popoloso risulta la Germania, che con 82 milioni di
persone rappresenta il 16,4 per cento di tutti i cittadini
europei. L'Italia invece è il quarto Paese per importanza
demografica: i cittadini italiani rappresentano il 12
Veneto (IT)
Baden-Württemberg (DE)
per cento degli oltre 499 milioni di residenti in UE27.
Oltre che dalla Germania, l'Italia è preceduta dalla
Emilia-Romagna (IT)
Francia (64,4 milioni di residenti, pari al 12,9% dei
Île de France (FR)
cittadini europei) e dal Regno Unito (61,2 milioni, pari
al 12,3%). Insieme questi quattro Paesi costituiscono
Fonte: elab. Unioncamere del Veneto su dati Eurostat
più della metà del totale della popolazione europea; il
Densità abitativa: rapporto tra il numero di abitanti e la superficie del territorio (numero di abitanti per chilometro quadrato).
rimanente si distribuisce invece tra 23 Stati membri.
Come si legge la tavola: nel 2008 il Veneto aveva una densità abitativa di 265,5 ab/kmq, rispetto ad una media europea (UE27) di
Centro studi Unioncamere del Veneto
La percentuale della popolazione del Veneto su
Grafico 1 - Densità abitativa (ab/kmq). Anno 2008
quella europea (1%) è invece paragonabile a quella di Finlandia, Slovacchia e Danimarca. Del resto, il
Veneto con 4.886 mila abitanti precede ben otto
Paesi membri1 per dimensione demografica (Tav.2).
Nel decennio 1998-2008 la crescita demografica
italiana (+5,5%) è risultata superiore a quella
registrata nella media europea (+3,8%) (Graf.2):
l'Italia, che per incremento demografico, tra i Paesi
europei più popolosi, è preceduta solo dalla Francia
(+7%), si colloca alla settima posizione in UE27.
Nell'ultimo decennio la popolazione del Regno Unito
è infatti cresciuta ad un tasso più basso, pari al +4,4
per cento, mentre quella della Germania è rimasta
invariata. Con un tasso di crescita compreso tra il +15
e il +20 per cento dominano invece la graduatoria
Irlanda, Cipro, Lussemburgo e Spagna, mentre sul
fronte opposto quasi tutti i Paesi di nuova adesione
presentano un segno negativo. Il Veneto, con una
notevole variazione demografica nel decennio 1998-
2008, pari al +9,4 per cento, si colloca al quinto posto
della classifica dei Paesi membri. Per effetto di elevati
flussi migratori, l'incremento della popolazione ha
1 Irlanda, Lituania, Lettonia, Slovenia, Estonia, Cipro, Lussemburgo e
Fonte: elab. Unioncamere del Veneto su dati Eurostat
superato di gran lunga la media nazionale e quella
Tavola 2 - Popolazione residente (in migliaia). Anni 1998, 2003 e 2008
La densità abitativa è un indicatore utile per
1998-2008 Comp. % 2008
individuare le aree di maggiore concentrazione
demografica. In Italia nel 2008 la densità media
della popolazione è arrivata a circa 200 abitanti per
chilometro quadrato (Graf.1): l'Italia si colloca al sesto
posto per densità abitativa in UE27 e supera la media
europea, che risulta invece pari a 113,4 ab/kmq. Il
Paese europeo che ha in assoluto la maggior densità
di popolazione è Malta, che conta 1.310,5 ab/kmq.
Ciò è tuttavia spiegato dal fatto che si tratta di una
nazione di piccole dimensioni (poco più di 300 kmq),
ma con un crescente numero di abitanti (+9,3% nel
decennio 1998-2008). Largamente al di sopra della
media nazionale ed europea si colloca il Veneto, la
cui densità abitativa è paragonabile a quella del Regno
Unito: nel 2008 nella nostra regione risiedevano infatti
Veneto (IT)
265,5 abitanti ogni chilometro quadrato. I Paesi
Baden-Württemberg (DE)
dell'UE27 che nel 2008 hanno invece presentato la più
Emilia-Romagna (IT)
Île de France (FR)
bassa densità abitativa sono stati Finlandia, Svezia ed
Estonia, con valori inferiori ai 30 abitanti per kmq.
Con riferimento alla struttura e alle dinamiche
Fonte: elab. Unioncamere del Veneto su dati Eurostat
sociali il vincolo più complesso da gestire nel nostro
Popolazione residente: persone aventi la propria dimora abituale in un'area. Non cessano di appartenere alla popolazione residente le
persone temporaneamente dimoranti in altro Comune o all'estero per l'esercizio di occupazioni stagionali o per causa di durata limitata.
Paese è l'invecchiamento della popolazione. Infatti,
Come si legge la tavola: nel 2008 in Veneto erano residenti 4.886 mila persone (+9,4% rispetto al 1998), a fronte di una popolazione
residente europea di 499.201 mila (+3,8% rispetto a dieci anni prima).
Centro studi Unioncamere del Veneto
nonostante l'evoluzione demografica abbia agito nella stessa direzione in tutta Europa, l'azione di alcune
Grafico 2 - Popolazione residente (Var. % 1998-2008)
sue componenti, tra cui l'allungamento della vita
media e il basso tasso di natalità, si è manifestata con
particolare intensità e persistenza in Italia. Analizzando
la distribuzione della popolazione per fasce d'età
(Tav.3) si evince che il processo d'invecchiamento è
un preoccupante aspetto strutturale della società
italiana: dopo la Germania, l'Italia è il Paese europeo
con la più alta presenza di anziani. Ciò è avvenuto
per effetto del progressivo incremento nella speranza
di vita e, nello stesso tempo, per il fatto che il nostro
è uno dei Paesi con il livello di natalità più basso. Al
1° gennaio 2009 la percentuale di individui di età
pari o superiore ai 65 anni ha raggiunto in Italia il
20,1 per cento del totale della popolazione residente
(Graf.3): il Paese guida la graduatoria europea in
termini di anzianità, con uno scarto dalla media
dell'UE27 di più di 3 punti percentuali. Tuttavia, sono
complessivamente nove i Paesi che nel 2008 hanno
presentato un'incidenza della popolazione anziana
superiore alla media europea (17%): oltre all'Italia,
figurano anche Germania (20,4%) e Grecia (18,7%),
e poco sopra la media europea, Svezia, Bulgaria,
Fonte: elab. Unioncamere del Veneto su dati Eurostat
Austria, Lettonia, Estonia e Belgio. Inserendo nella
classifica anche il Veneto, la regione, con un'incidenza
Tavola 3 - Popolazione residente per età (Inc.% sul totale). Anni 1998 e 2008
percentuale degli adulti over 65 pari al 19,7 per cento,
si colloca al terzo posto tra i Paesi dell'UE27. Tuttavia,
nel lungo periodo (1998-2008) in Italia e in Veneto gli
ultrasessantacinquenni sono aumentati sul totale della
popolazione in misura minore rispetto ad altri Paesi.
Nell'ultimo decennio l'incidenza della popolazione
anziana sul totale della popolazione è cresciuta in Italia
di +2,3 punti percentuali e in Veneto di +2,2 punti
(Tav.3). La Germania conferma invece la tendenza
più marcata all'invecchiamento della popolazione: la
quota degli individui di età pari o superiore ai 65 anni
è cresciuta nell'arco di un decennio (1998-2008) di
+4,5 punti percentuali, vale a dire quasi il triplo della
media europea (+1,6 punti). Gli unici Paesi a registrare
invece un'inversione di tendenza rispetto alla media
europea sono stati Lussemburgo e Irlanda, dove la
percentuale di anziani sul totale della popolazione è
Veneto (IT)
rimasta pressoché stabile (-0,3 punti percentuali).
Baden-Württemberg (DE)
Il processo d'invecchiamento in UE è legato anche
Emilia-Romagna (IT)
Île de France (FR)
ad una diminuzione della quota di giovani sul totale
della popolazione. L'analisi di lungo periodo evidenzia
come la dinamica della struttura demografica di tutti
Fonte: elab. Unioncamere del Veneto su dati Eurostat
i Paesi dell'UE27 sia stata caratterizzata da un esiguo
Popolazione residente per età (Inc. % sul totale): rapporto tra la popolazione residente con età inferiore o uguale ai 14 anni o maggiore
o uguale ai 65 anni rispetto alla popolazione residente totale.
numero di persone con un'età inferiore o uguale ai 14
Come si legge la tavola: nel 2008 in Veneto il 14,1% della popolazione residente è rappresentato da persone con un'età inferiore o
uguale ai 14 anni e il 19,7% da persone con un'età maggiore o uguale ai 65 anni.
Centro studi Unioncamere del Veneto
anni. Veneto e Danimarca sono stati gli unici nell'UE27
Grafico 3 - Popolazione residente con età >=65 anni
a registrare un incremento dell'indicatore (Tav.3).
(Inc. % sul totale). Anno 2008
In particolare, nel periodo 1998-2008 il Veneto si
è caratterizzato per una crescita di quasi un punto
percentuale, la migliore in UE27, con uno scarto di 0,8
punti dalla Danimarca, mentre il dato medio italiano non
si è modificato di molto (-0,4 punti) rispetto a quello di
altri Paesi europei. Le peggiori performance sono state
conseguite da Cipro (-6,3 punti), Lituania (-5,6 punti)
e Lettonia (-5 punti) contro una decrescita media
europea di -1,8 punti percentuali. L'invecchiamento
della popolazione è il vincolo sociale più pesante che
si pone all'UE nel breve e nel lungo periodo, poiché
i suoi potenziali effetti negativi condizioneranno
irreversibilmente le politiche sociali e del mercato del
lavoro. Le conseguenze negative dell'invecchiamento
sono infatti molteplici e non facilmente identificabili
sul piano sociale e culturale, ma comunque pesanti e
pervasivi in termini soprattutto di spesa previdenziale,
di capacità contributiva e di riassetto del sistema di
protezione sociale.
Il tasso di natalità italiano, che nel 2008
ammontava a 9,6 nati ogni mille abitanti, è risultato tra
i più bassi in Europa (Tav.4): l'Italia è preceduta solo
da Austria (9,3‰) e Germania (8,3‰), ed è risultata
Fonte: elab. Unioncamere del Veneto su dati Eurostat
sensibilmente al di sotto della media UE27 (10,9‰).
Tavola 4 - Tasso di natalità e di mortalità. Anni 1997, 2007 e 2008
Leggermente migliore rispetto alla situazione nazionale
Tasso di natalità
Tasso di mortalità
è invece la natalità del Veneto, dove nel 2008 sono
nati 10 bambini ogni mille residenti. Al vertice della
graduatoria figurano Irlanda (17,0‰), Regno Unito
(12,9‰), Francia (12,9‰), i Paesi scandinavi e quelli
del Nord Europa, come Belgio, Lussemburgo e Paesi
Bassi, che garantiscono del resto alti tassi di sostegno
alla prima infanzia, nonché una maggior tutela della
donna e dello stato di gravidanza (Graf.4). Tuttavia,
fatto ancor più preoccupante è che nell'arco temporale
di un decennio (1997-2008) il tasso di natalità italiano
è rimasto pressoché invariato a fronte di incrementi
superiori a 2 nati per mille abitanti in altri Paesi, quali
l'Estonia, la Lettonia, la Repubblica Ceca, l'Irlanda,
la Bulgaria e la Spagna. Decisamente migliore la
performance del Veneto nell'ultimo decennio rispetto
alla media nazionale: la regione si colloca infatti al
Veneto (IT)
Baden-Württemberg (DE)
decimo posto in Europa per incremento nel tasso di
natalità (+0,8 nati per mille abitanti tra il 1997 e il
Emilia-Romagna (IT)
Île de France (FR)
Il tasso di mortalità dell'Italia risulta invece
allineato a quello medio europeo (9,7 decessi ogni
Fonte: elab. Unioncamere del Veneto su dati Eurostat e Istat
Tasso di natalità e di mortalità: rapporto tra il numero dei nati vivi o il numero dei decessi dell'anno e l'ammontare medio della
mille abitanti nel 2008) (Tav.4). I primi posti della
popolazione residente, moltiplicato per 1.000.
Come si legge la tavola: nel 2008 in Veneto il tasso di natalità era pari al 10,0‰. Il tasso di mortalità era invece del 9,2‰. Nel 1997
graduatoria sono occupati dai Paesi di nuova adesione;
tali percentuali erano pari rispettivamente a 9,2‰ e 9,6‰. Nel 2008 il tasso di natalità e di mortalità in UE27 era pari rispettivamente
al 10,9‰ e al 9,7‰.
Centro studi Unioncamere del Veneto
seguono, con il più elevato tasso di mortalità tra i Paesi
Grafico 4 - Tasso di natalità. Anni 1997 e 2008
dell'UE15 la Germania, la Svezia e la Danimarca con
circa 10 decessi ogni mille abitanti. Il tasso di mortalità
del Veneto per l'anno 2008 (9,2‰) è risultato invece
inferiore sia alla media nazionale sia a quella europea.
La speranza di vita, che è correlata al tasso di
mortalità, fornisce una misura del contesto sociale,
ambientale e sanitario in cui vive una popolazione.
Oltre a essere quindi un indice demografico, è
anche un utile strumento per valutare lo stato di
sviluppo di un Paese. Migliori condizioni di vita, una
maggiore attenzione alla prevenzione e il progresso
medico-sanitario, accanto a stili di vita più salutari,
hanno posizionato il nostro Paese ai primi posti nella
graduatoria europea riguardo la speranza di vita.
Tuttavia, tale indicatore a causa delle forti differenze
di genere nelle aspettative di vita è calcolato
distintamente per uomini e donne. Secondo le stime
del 2008, la vita media degli italiani è risultata infatti
di 84,2 anni per le donne e di 78,5 anni per gli uomini
(Tav.5). In particolare, nel 2008 le donne italiane
si sono collocate in terza posizione in Europa per
speranza di vita alla nascita, precedute dalle donne
francesi (84,8 anni) e da quelle spagnole (84,3 anni)
Fonte: elab. Unioncamere del Veneto su dati Eurostat e Istat
(Graf.5). Nello stesso anno gli uomini italiani invece,
con 78,5 anni, si sono posizionati al secondo posto
Tavola 5 - Speranza di vita alla nascita. Anni 1998 e 2008
dopo quelli svedesi (79 anni). Nel confronto europeo
il Veneto registra una speranza di vita migliore di
quella di qualsiasi altro Paese membro: nel 2008 nella
nostra regione la vita media degli uomini è stata di
79,2 anni, mentre quella delle donne di 85 anni. In
Italia si assiste anche ad una crescita significativa
dell'indicatore nel lungo periodo, sebbene non la più
marcata a livello europeo: tra il 1998 e il 2008 la vita
media italiana ha visto un incremento di +2,5 anni
per gli uomini e di +2 anni per le donne. Nel periodo
1998-2008 i Paesi che hanno mostrato la crescita
maggiore, sia per quanto riguarda gli uomini che le
donne, tra quelli appartenenti all'UE15, sono stati
Irlanda e Portogallo, mentre tra i Paesi di recente
adesione troviamo Romania, Estonia, Slovenia,
Cipro e Ungheria. Si avvicina all'incremento di questi
ultimi Paesi anche il Veneto, la cui speranza di vita
Veneto (IT)
nell'arco di un decennio è aumentata di +3,2 anni per
Baden-Württemberg (DE)
gli uomini, mentre nello stesso periodo l'indicatore
Emilia-Romagna (IT)
Île de France (FR)
femminile ha registrato una performance meno
marcata (+1,9 anni). All'interno dell'UE27, anche se il
fenomeno è in crescita, permangono forti differenze:
Fonte: elab. Unioncamere del Veneto su dati Eurostat
è di 12,7 anni la differenza nella speranza di vita che
Speranza di vita alla nascita (o vita media): numero medio di anni che restano da vivere ad un neonato.
Come si legge la tavola: nell'arco di un decennio (1998-2008) la vita media in Veneto si è allungata di 3,2 anni per gli uomini e di 1,9
separa gli uomini svedesi da quella dei lituani, mentre
anni per le donne. Tuttavia, nel 2008 la speranza di vita delle donne del Veneto (85 anni) è risultata migliore di quella degli uomini (79,2
anni). Rispetto alla media nazionale e indipendentemente dalle differenze di genere, in Veneto si vive più a lungo.
Centro studi Unioncamere del Veneto
per le donne il differenziale è più contenuto (7,8 anni tra Francia e Bulgaria).
Grafico 5 - Vita media delle donne. Anno 2008
Secondo recenti stime dell'Istat, in Italia la crescita
della popolazione è da mettere in relazione alla maggior
presenza straniera regolare, in virtù degli ingenti
flussi migratori e del forte incremento dell'incidenza
delle nascite di bambini stranieri sul totale dei nati.
Infatti, tra il 2001 e il 2008 l'aumento della popolazione
italiana (pari al +5,4%) è da attribuire principalmente
alla crescita della componente straniera: il contributo
dei residenti italiani è stato, infatti, appena del +0,9
per cento contro il +4,5 per cento degli stranieri. In
Italia la popolazione residente straniera, che al 1°
gennaio 2009 ammontava in valori assoluti a poco
meno di 4 milioni di persone, rappresenta il 6,5 per
cento del totale dei residenti ed è più che raddoppiata
tra il 2001 e il 2008. Tuttavia, la forte ma recente
crescita della presenza straniera in Italia ha fatto sì
che tale fenomeno manifesti attualmente un'incidenza
confrontabile con quella di altri importanti Paesi europei
storicamente caratterizzati da consistenti e consolidati
flussi immigratori. Con riferimento al 1° gennaio
2008, data più recente per cui sono disponibili i dati
per tutti i Paesi europei, l'Italia presenta un'incidenza
Fonte: elab. Unioncamere del Veneto su dati Eurostat
della popolazione straniera del 5,8 per cento (Tav.6).
Il valore colloca il nostro Paese poco al di sotto della
Tavola 6 - Incidenza della popolazione straniera (valori percentuali). Anni 1997,
media europea (6,2%) e al dodicesimo posto della
2003 e 2007
graduatoria dei Paesi dell'UE27. L'incidenza straniera
in Italia è inoltre risultata quasi un punto percentuale
inferiore a quella del Regno Unito, ma 3 punti più
bassa di quella della Germania. A livello europeo
si caratterizzano per una quota particolarmente
consistente di popolazione straniera Lussemburgo
(42,6%), Lettonia (18,3%) ed Estonia (17,1%),
mentre tre le principali economie europee troviamo
anche Spagna (11,6%), Austria (10%), Belgio
(9,1%) e Germania (8,8%) (Graf.6). Paragonabile
a quella di quest'ultimo Paese e a quella della
Grecia (8,1%) è anche l'incidenza della popolazione
straniera del Veneto, che con 8,4 stranieri ogni 100
abitanti occupa la decima posizione nella graduatoria
europea. Tuttavia, le migrazioni internazionali sono
notoriamente molto meno prevedibili delle componenti
naturali, prevalentemente endogene, come la vita
media della popolazione e il tasso di natalità. Dal
Veneto (IT)
punto di vista delle prospettive demografiche, il
Emilia-Romagna (IT)
quadro attuale della presenza straniera e della sua
dinamica in UE27 suggerisce quindi una grande
Fonte: elab. Unioncamere del Veneto su dati Eurostat e Istat
cautela nell'immaginare l'immigrazione come una
Incidenza della popolazione straniera: rapporto tra il numero delle persone con cittadinanza straniera iscritte in anagrafe e il totale della
popolazione residente nel Paese preso in considerazione al 1° gennaio dello stesso anno.
Come si legge la tavola: nel 2007 il Veneto ha raggiunto una percentuale di incidenza straniera sul totale della popolazione (8,4%)
risorsa illimitata, direttamente fruibile dal sistema
superiore a quella nazionale (5,8%) ed europea (6,2%).
Centro studi Unioncamere del Veneto
economico e previdenziale ai fini del contenimento degli effetti del processo d'invecchiamento della
Grafico 6 - Incidenza della popolazione straniera
(valori percentuali). Anno 2007
popolazione e, in particolare, ai fini del parziale rimpiazzo dei contingenti di popolazione in età attiva
nel breve e medio periodo.
Fonte: elab. Unioncamere del Veneto su dati Eurostat e Istat
2. CONTESTO ECONOMICO
Tavola 7 - Pil a parità di potere d'acquisto per abitante (valori in euro, PPS). Anni
1997, 2004 e 2007
Il Prodotto Interno Lordo (Pil) rappresenta il valore
finale dell'attività di produzione di beni e servizi di un
Paese. Rapportandolo alla popolazione residente (Pil
pro capite) si ottiene una misura del benessere di un
Paese. Tuttavia, l'utilizzo esclusivo del Pil pro capite
come indicatore del benessere è attualmente oggetto
di molte critiche, perché considera solo elementi
monetari e trascura alcuni aspetti di fondamentale
importanza della vita economica e sociale. Questo
rimane ad ogni modo il principale indicatore utilizzato
nelle indagini di crescita e sviluppo economico.
Nell'Unione europea a 27 il Pil pro capite in
parità di potere d'acquisto (PPA)2 è molto variabile tra
Veneto (IT)
i Paesi membri: nel 2007 si va dai 9.400 euro della
Baden-Württemberg (DE)
Bulgaria ai 68.500 del Lussemburgo (Graf.7). Tuttavia,
Emilia-Romagna (IT)
nell'ultimo decennio emerge una generale tendenza
Île de France (FR)
di convergenza: i Paesi partiti da un basso livello di
Fonte: elab. Unioncamere del Veneto su dati Eurostat
2 Nei confronti europei si utilizza il Pil misurato in parità di potere
d'acquisto: in questo modo l'indicatore è depurato dall'influenza dei
Prodotto Interno Lordo (Pil) pro capite: rapporto tra il PIL e il numero di abitanti. Esso è un indicatore attendibile del tenore di vita di
un Paese. Per consentire confronti tra i Paesi europei vengono utilizzate le PPS (Purchasing Power Standard), unità di misura fittizie
differenti livelli dei prezzi nei vari Paesi e consente una migliore com-
che tengono conto delle differenze dei poteri d'acquisto nei vari Paesi.
Come si legge la tavola: nel 2007 in Veneto il PIL a PPS era pari a 30.300 euro per abitante, nell'UE27 tale valore era invece pari a
24.900 euro per abitante.
Centro studi Unioncamere del Veneto
Pil pro capite sono quelli per cui tale indicatore è
Grafico 7 - Pil a parità di potere d'acquisto per abitante
cresciuto di più, e viceversa. Nel 2007, come nel 1997,
(valori in euro, PPS). Anno 2007
il Pil pro capite in PPA dei nuovi Stati membri3 era il
più basso d'Europa. Tuttavia, la crescita economica da
loro sperimentata nel corso del periodo considerato
(1997-2007), fatta eccezione per Malta, è stata la
più significativa in UE27, e largamente al di sopra
della media europea (+53,7% tra il 1997 e il 2007).
La variazione percentuale più bassa registrata in
UE27 nel periodo 1997-2007 è stata invece quella
dell'Italia (+33,7%), anche se nel 1997 il reddito
prodotto per abitante nel nostro Paese era tra i più
elevati in EU27 (ottava posizione). La debole crescita
economica dell'ultimo decennio ha quindi fatto sì
che nel 2007 l'Italia, con 25.800 euro per abitante,
sia risultata appena al di sopra della media dell'UE27
(24.900 euro). Tra il 1997 e il 2007 la crescita meno
sostenuta su scala europea è stata però quella del
Veneto. Nel 2007 la regione ha registrato un Pil pro
capite (30.300 euro) simile a quello di Austria, Svezia
e Danimarca. Ciò è ascrivibile al fatto che il Veneto
partiva da livelli di reddito pro capite molto alti: nel
1997 la ricchezza della regione era seconda solo a
3 Cipro, Malta, Slovenia, Repubblica Ceca, Ungheria, Slovacchia, Polo-
10.000 20.000 30.000 40.000 50.000 60.000 70.000 80.000
nia, Estonia, Lituania, Lettonia entrati nel 2004 e Romania e Bulgaria
Fonte: elab. Unioncamere del Veneto su dati Eurostat
entrati nel 2007.
CONTESTO ECONOMICO
quella del Lussemburgo. Nell'intervallo di tempo 1997-
Tavola 8 - Pil in milioni di euro PPS. Anni 1997, 2004 e 2007
2007 all'interno dell'UE15 si distinguono in termini di
crescita del Pil pro capite anche le performance di
Irlanda (+98,4%), Lussemburgo (+96,8%), Spagna
(+73,5%) e Grecia (+68,6%). È poi significativo
notare che la Spagna, che nel 1997 partiva da un
livello (13.700 euro) più basso di quello dell'UE27
(16.200 euro), dal 2006 ha superato l'Italia e la media
europea (Tav.7).
Per quanto riguarda il reddito prodotto calcolato
in parità di potere d'acquisto (PPA), nel 2007, ultimo
anno disponibile per il confronto regionale europeo,
la Germania, con 2.372 miliardi di euro, era il Paese
che maggiormente contribuiva al Pil europeo (19,2%),
seguita con una quota simile da Regno Unito e
Francia, che nello stesso anno rappresentavano
rispettivamente il 14,3 e il 13,9 per cento del reddito
prodotto in Unione europea a 27 (Tav.8). Al quarto
Veneto (IT)
Baden-Württemberg (DE)
posto in graduatoria troviamo l'Italia, che nel 2007 ha
contribuito alla ricchezza europea con un 12,4 per cento
Emilia-Romagna (IT)
Île de France (FR)
(1.530 miliardi), mentre la Spagna ha partecipato con
un 9,5 per cento (1.174 miliardi). In ambito europeo
il Veneto continua a mantenere una buona posizione
Fonte: elab. Unioncamere del Veneto su dati Eurostat
Prodotto Interno Lordo (Pil): somma del valore dei beni e servizi prodotti all'interno di un certo territorio durante un determinato
rispetto al reddito prodotto misurato in PPA: nel 2007
periodo di tempo (di solito un anno solare), non comprende il valore dei beni e servizi intermedi. Il Pil è un macroindicatore che
rappresenta il risultato finale dell'attività svolta dalle unità produttive che operano nel territorio economico del Paese.
il valore aggiunto prodotto dalla regione è ammontato
Come si legge la tavola: nel 2007 il Pil del Veneto era pari a oltre 145 miliardi di euro che corrisponde all'1,2% del reddito totale
Centro studi Unioncamere del Veneto
a 145,5 miliardi di euro, l'1,2 per cento di quello dell'Unione europea. In termini di prodotto interno
Grafico 8 - Pil in milioni di euro PPS. Anno 2007
lordo, il Veneto ha una dimensione di poco inferiore
a quella di Finlandia e Irlanda, e superiore a quella di
ben nove Stati membri
Analizzando lo sviluppo dell'economia italiana negli
ultimi anni si evince che nel periodo 2001-2009 il
tasso di crescita del Pil in PPA dell'Italia (+0,9%) ha
mostrato un aumento medio annuo inferiore a quello
sperimentato dall'UE27 (+2,6%). La performance
italiana è stata infatti la peggiore tra i 27 Paesi membri,
oltre che rispetto a Stati Uniti (+3,2%) e Giappone
(+1,9%). Inoltre, rispetto alla generale situazione
dell'UE la recessione economica per l'Italia è arrivata
dopo un periodo di stentata crescita economica (2001-
2007), con un incremento medio annuo del valore
aggiunto italiano del +2,4 per cento (quasi 2 punti
percentuali in meno rispetto alla media dell'UE27).
Nel 2000, quando i capi di Stato e di governo
avevano lanciato la nota Strategia di Lisbona, il
Consiglio europeo aveva stabilito un elenco di traguardi
quantificati per monitorare l'Unione europea rispetto
alle linee programmatiche della strategia, che mirava
4 Malta, Cipro, Estonia, Lettonia, Lussemburgo, Slovenia, Lituania,
Fonte: elab. Unioncamere del Veneto su dati Eurostat
Bulgaria e Slovacchia.
CONTESTO ECONOMICO
a fare dell'Unione europea "l'economia più competitiva
Tavola 9 - Tasso di crescita del Pil (variazioni percentuali su valori concatenati con
e dinamica al mondo, in grado di coniugare la crescita
anno di riferimento 2000). Anni 2000, 2007, 2008, 2009 e previsioni per il 2010
con nuovi e migliori posti di lavoro". In particolare, tra
gli obiettivi si stabiliva che il tasso medio di crescita
economica doveva essere almeno del 3 per cento. La
recente crisi economico-finanziaria ha tuttavia avuto
un'incidenza profonda e duratura sulla crescita delle
economie europee. Nel 2000 il tasso di crescita del
Pil dell'UE27 era pari al +3,9 per cento, ma durante
la recessione del 2002-2003 l'economia europea ha
registrato un valore dell'indicatore5 che superava di
poco il +1 per cento. Lo sviluppo economico degli anni
successivi ha poi permesso all'Europa di raggiungere
nuovamente la soglia del 3 per cento nel 2006. In
seguito, dal 2008, l'anno d'inizio della crisi, il Pil
europeo è nuovamente sceso fino a raggiungere il picco
negativo del -4,2 per cento nel 2009 (Tav.9). A partire
quindi dal 2008 la dinamica congiunturale europea ha
evidenziato un progressivo e generale rallentamento
economico, che si è poi trasformato in una vera e
Veneto (IT)
propria recessione nel corso del 2009, la fase più
Emilia-Romagna (IT)
acuta della crisi economico-finanziaria. La flessione
Fonte: elab. Unioncamere del Veneto su dati Eurostat, Istat e Prometeia
dell'economia europea nel 2009 è risultata inoltre la
Tasso di crescita del Pil (valori concatenati anno di riferimento 2000): variazione percentuale annua del Pil. I valori concatenati si
più marcata rispetto alla media dei Paesi sviluppati.
ottengono attraverso l'aggiornamento annuale delle ponderazioni sottostanti le misure in volume, cioè dei prezzi. Le misure dei
valori riferiti a ciascun anno vengono costruite sulla base dei prezzi dell'anno precedente, invece di utilizzare i prezzi di un anno
base fisso.Tra gli obiettivi della strategia di Lisbona si stabiliva che il tasso medio di crescita economica doveva essere del 3% circa.
Come si legge la tavola: dopo un debole 2007, durante il quale il Veneto è cresciuto ad un tasso dell'1,9%, nel 2008 il tasso di crescita
del Pil della nostra regione è risultato negativo (-0,8%). La fase di recessione dell'economia veneta è andata fortemente accentuandosi
5 Valori concatenati con anno di riferimento 2000.
nel corso del 2009 (-5%). Secondo le stime più recenti per il 2010 il Veneto registrerà una crescita del Pil dell'1,2%.
Centro studi Unioncamere del Veneto
Tra le economie avanzate, dove complessivamente la
Grafico 9 - Tasso di crescita del Pil (valori % su valori
caduta del Pil è stata del -3,2 per cento, gli Stati Uniti
concatenati con anno di riferimento 2000). Anno 2009
hanno subìto la contrazione più contenuta (-2,5%),
grazie a politiche economiche tempestive e alla
minore dipendenza dalle esportazioni. Al contrario,
il Giappone, già in recessione nel corso del 2008
(-1,2%), è risultato quello maggiormente colpito: nel
2009 il Pil è sceso del -5,2 per cento, soprattutto a
causa della forte flessione dei consumi interni e degli
investimenti. Nel quadro della crisi più profonda della
storia economica recente, anche l'Italia ha conosciuto
nel 2009 la più grave recessione mai sperimentata dal
secondo dopoguerra. Dopo un debole 2007, durante il
quale il nostro Paese è cresciuto ad un tasso appena
positivo (+1,5%), nel 2008 il tasso di crescita del
Pil nazionale si è ridotto del -1,3 per cento rispetto
all'anno precedente. La tendenza si è poi aggravata
nel corso del 2009, quando si è addirittura registrato
un -5 per cento. Nel corso del biennio 2008-2009,
l'Italia e la Germania hanno registrato la contrazione
del Pil più accentuata tra le maggiori economie
europee. Meno marcata la flessione del spagnolo
(-3,6%) e francese (-2,6%), mentre il Regno Unito ha
visto scendere il proprio Pil del -4,9 per cento. Negli
Fonte: elab. Unioncamere del Veneto su dati Eurostat e Prometeia
ultimi dieci anni l'andamento economico del nostro
CONTESTO ECONOMICO
Paese è palesemente peggiorato: nel 2000 l'Italia
Tavola 10 - Reddito disponibile per abitante (valori in euro, PPCS). Anni 1996,
(+3,7%) registrava infatti una crescita in linea con la
2000 e 2006
media europea (+3,9%), mentre nel periodo 2001-
2004 aumentava ad un livello di poco superiore a
quello della Germania. Tassi di crescita negativi già
nel 2008, oltre che dall'Italia, sono stati registrati in
UE27 anche da Lettonia, Estonia, Danimarca, Svezia
ed Irlanda. Nel 2008 Portogallo e Lussemburgo sono
invece rimasti stazionari e, al pari di tutti gli altri Paesi
europei, hanno registrato una flessione nel corso
del 2009, anche se non le peggiori verificatesi in
UE27. Nel lungo periodo il Pil è cresciuto soprattutto
nei nuovi Stati membri. In particolare, Slovacchia e
Romania hanno rispettivamente più che quadruplicato
e triplicato le loro performance economiche rispetto
al 2000: questi due Paesi sono passati da un tasso
di crescita economica rispettivamente del +1,4 e
+2,4 per cento nel 2000 al +6,2 e +7,3 per cento
Veneto (IT)
Baden-Württemberg (DE)
nel 2008 (Tav.9). Nel 2009 tutti gli Stati dell'UE27, ad
eccezione della Polonia (+1,7%), hanno registrato una
Emilia-Romagna (IT)
Île de France (FR)
contrazione del Pil. Le cadute più rilevanti sono state
registrate dai tre Paesi Baltici (-18% Lettonia, -14,8% Lituania e -14,1% Estonia) e da Slovenia e Finlandia
Fonte: elab. Unioncamere del Veneto su dati Eurostat
(entrambe -7,8%). La crisi internazionale ha inoltre
Il reddito disponibile per abitante in PPCS (Purchasing Power Consumption Standard): si definisce a partire dal reddito primario
attraverso la fase di redistribuzione, che tiene conto del carico fiscale e contributivo corrente, delle prestazioni sociali e degli altri
trasferimenti netti, ed è basato sui consumi finali per abitante.
pesantemente condizionato le prospettive di crescita
Come si legge la tavola: nel 2006 in Veneto il reddito disponibile per abitante in PPCS era pari a 16.969 euro, valore superiore a quello
nazionale (15.395 euro).
Centro studi Unioncamere del Veneto
dell'economia veneta (Graf.9): per il Veneto infatti,
Grafico 10 - Reddito disponibile per abitante
come per il resto del mondo, il 2009 si è chiuso con un
(valori in euro, PPCS). Anno 2006
bilancio molto pesante. Secondo le ultime stime diffuse
da Prometeia, nel 2009 il Pil regionale ha segnato una
marcata contrazione del -5 per cento rispetto all'anno
precedente, che si è aggiunta alla diminuzione rilevata
nel 2008 (-0,8%). Nel confronto con le altre regioni, la
caduta del Pil è risultata in linea con quella registrata
in Emilia-Romagna e meno accentuata rispetto al
-5,4 per cento della Toscana e al -5,3 per cento della
Lombardia. Più contenuta è stata la contrazione in
Piemonte, dove il Pil ha registrato una flessione del
-4,8 per cento.
Secondo le ultime previsioni della Commissione
europea, la situazione generale appare tuttavia
in miglioramento per il 2010: il tasso di crescita
economica per l'UE27 dovrebbe attestarsi intorno al
+1 per cento (Tav.9). Tuttavia, pur condividendo i
segnali di inversione del ciclo, la crescita in Europa
sarà meno marcata che nel resto del mondo, sia per
la dimensione contenuta degli stimoli adottati nei
Paesi membri, sia per il minor grado di flessibilità
delle economie, ma anche per il potenziale effetto
recessivo associato ai tagli di spesa pubblica. La
2.000 4.000 6.000 8.000 10.000 12.000 14.000 16.000 18.000 20.000
Fonte: elab. Unioncamere del Veneto su dati Eurostat
dinamica dei Paesi europei evidenzia tuttavia percorsi
CONTESTO ECONOMICO
differenziati, in ragione degli effetti prodotti dalle misure dirette alla
i trasferimenti (ad esempio sussidi e indennità) dal governo. Nel
riduzione della spesa pubblica. La Germania, con una produzione
2006, ultimo anno per cui sono disponibili dati a livello regionale
in espansione grazie alla più rapida crescita delle esportazioni, nel
in Europa, per reddito disponibile pro capite a parità di poter
2010 registrerà un aumento del Pil del +1,2 per cento mentre la
d'acquisto l'Italia con 15.395 euro si è collocata al sesto posto in
Francia dovrebbe registrare un incremento del +1,3 per cento.
UE27 e il Veneto addirittura al quarto posto in Europa (16.969
Leggermente negativo invece il contributo della Spagna che nel
euro) dopo alcune tra le principali economie europee, quali Austria,
2010 segnerà una variazione del Pil pari al -0,4 per cento mentre,
Regno Unito e Germania (Graf.10). Nello stesso anno i Paesi meno
fuori dall'area euro, il Regno Unito dovrebbe attestarsi al +1,2 per
ricchi in Europa risultano essere i nuovi Stati membri, tra cui in
cento. In linea con le previsioni per l'Europa, anche per l'economia
particolare Romania, Lettonia, Estonia, Polonia, Lituania, Slovacchia,
italiana il 2010 sarà un anno di debole ripresa, sebbene di intensità
Ungheria e Repubblica Ceca. Sebbene l'Unione europea sia una
minore di quella dei principali partner europei (+0,8%). Per quanto
delle aree più ricche del mondo, la distribuzione della ricchezza
riguarda la ripresa per l'economia del Veneto, le previsioni per il
non è omogenea né fra Stati membri, né all'interno degli stessi.
2010 sembrano fornire indicazioni in linea con il resto del Paese.
Fra i Paesi esistono forti disparità di reddito e di opportunità: il
Secondo le stime più recenti il Veneto registrerà una crescita del
Paese con il più elevato reddito disponibile per abitante in PPA
Pil pari all'1,2 per cento, lievemente superiore a quella del Nord-
(misura standard del benessere), ovvero l'Austria, è quattro volte
Est e del Paese. Nel 2010 infatti lo scenario di previsione tracciato
più ricco del Paese più povero, la Romania. Tuttavia, se osserviamo
da Prometeia vede il Veneto alle spalle della Lombardia (+1,3%)
la variazione percentuale per il periodo 2000-2006 i Paesi che
per tasso di sviluppo ma davanti ad Emilia-Romagna (+1,1%),
crescono maggiormente sono proprio quelli che hanno il reddito
Piemonte e Toscana (entrambe +0,9%).
disponibile pro capite più basso in UE; e ciò risulta coerente con
Per quanto riguarda infine il reddito disponibile, esso può
quanto detto anche a proposito del Pil pro capite. L'incremento
essere considerato un altro importante indicatore per fornire una
più significativo è stato quello registrato dalla Lettonia (+86%),
sintetica informazione del livello di benessere economico di cui
mentre quello del Belgio è stato il più contenuto (+10%). Nello
possono godere i residenti di un Paese o di una regione, considerati
stesso periodo il reddito disponibile pro capite in Italia e in Veneto
nella veste di consumatori. Il reddito disponibile è infatti ciò che
è cresciuto rispettivamente del +19 e del + 21,5 per cento.
rimane dopo che i consumatori hanno pagato le imposte e ricevuto
Centro studi Unioncamere del Veneto
Regioni europee. Pil a parità di potere d'acquisto per abitante (valori in euro, PPS). Confronto con la regione Veneto. Anno 2007
Minimum value: 0.211
Maximum value: 2.746
CONTESTO ECONOMICO
Tavola 11 - Tasso di occupazione 15-64 anni. Anni 2000, 2004, 2008 e 2009
L'obiettivo della Strategia di Lisbona, avviata nel
2000 in risposta alle sfide della globalizzazione e
dell'invecchiamento della popolazione, era quello di far
diventare l'UE entro il 2010 "l'economia basata sulla
conoscenza più competitiva e dinamica al mondo, in
grado di realizzare una crescita economica sostenibile
con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore
coesione sociale, nel rispetto dell'ambiente"6. Alla
base di questa iniziativa vi era la necessità che l'UE
incrementasse la produttività e la competitività per
far fronte all'agguerrita concorrenza mondiale, ai
cambiamenti tecnologici e al vincolo demografico
dell'invecchiamento. La strategia originaria del 2000
Veneto (IT)
Baden-Württemberg (DE)
si è però gradualmente rivelata eccessivamente
complessa in termini di finalità e azioni e con una
Emilia-Romagna (IT)
Île de France (FR)
ripartizione poco chiara delle responsabilità e dei
compiti tra l'UE e gli Stati membri. A seguito di un
riesame intermedio, la strategia è stata allora rilanciata
Fonte: elab. Unioncamere del Veneto su dati Eurostat e IstatTasso di occupazione 15-64 anni: rapporto tra il numero di persone occupate in età lavorativa (15-64 anni) e la popolazione della
stessa fascia di età.
La Strategia di Lisbona aveva fissato l'obiettivo di aumentare il tasso di occupazione dell'Unione europea al 70% entro il 2010.
6 Consiglio dell'Unione Europea, Conclusioni della Presidenza al
La Strategia Europa 2020, lanciata dalla Commissione europea a Marzo 2010, stabilisce invece come traguardo che il 75% delle
Consiglio europeo di Lisbona del 23 e 24 marzo 2000, Bruxelles,
persone di età compresa tra 20 e 64 anni debba avere un lavoro.
Come si legge la tavola: nel 2009 sia in Veneto che in UE27 la percentuale della popolazione occupata tra 15 e 64 anni era pari al
24.03.2000, SN 100/1/00 REV 1.
64,6% della popolazione in età lavorativa.
Centro studi Unioncamere del Veneto
nel 20057 per meglio aiutare l'Europa a superare le sfide della crescita e dell'occupazione. Oggi, al termine
Grafico 11 - Tasso di occupazione 15-64 anni. Anno 2009
del decennio, appare evidente come gli obiettivi di
Lisbona, riguardanti l'occupazione, la coesione sociale,
l'innovazione e la sostenibilità ambientale, siano
risultati troppo ambiziosi in relazione alla situazione
socioeconomica di molti Paesi membri e rispetto alla
recente crisi economico-finanziaria. Tuttavia, come
è stato sottolineato anche nell'ultimo documento di
valutazione della Commissione europea8, è troppo
semplicistico concludere che la Strategia di Lisbona
sia fallita perché gli obiettivi non sono stati raggiunti.
La finalità era infatti quella di migliorare il ritmo e la
qualità delle riforme a livello nazionale ed europeo,
e da questo punto di vista la strategia ha avuto
globalmente un'influenza positiva. Analizzare questi
dieci anni di programmazione non è però facile, perché
occorre tenere conto di alcune importanti variabili,
quali il ruolo svolto dal ciclo economico, dagli eventi
esterni e dalle politiche pubbliche. La scadenza della
7 Commissione europea, Comunicazione della Commissione europea
al Consiglio europeo di primavera, Lavorare insieme per la cresci-
ta e l'occupazione. Il rilancio della strategia di Lisbona, Bruxelles,
2.2.2005, COM(2005) 24 definitivo.
8 Commissione europea, Documento di lavoro dei servizi della Com-
missione. Documento di valutazione della strategia di Lisbona, Bru-
Fonte: elab. Unioncamere del Veneto su dati Eurostat e Istat
xelles, 2.2.2010, SEC(2010) 114 definitivo.
Strategia di Lisbona è giunta infatti in un momento
Tavola 12 - Tasso di occupazione femminile 15-64 anni. Anni 2000, 2004, 2008 e 2009
in cui gli effetti della crisi economica si sono fatti
pesantemente sentire in Europa e nel mondo. Per
rilanciare l'economia europea la Commissione ha allora
elaborato una nuova strategia decennale, Europa
20209, secondo cui "l'uscita dalla crisi dovrà consentire
l'ingresso in una nuova economia di mercato sociale
e sostenibile, un'economia più intelligente, più verde,
che produca prosperità facendo leva sull'innovazione,
su un uso migliore delle risorse e sulla conoscenza
quale principale fattore"10.
Per quanto riguarda il mercato del lavoro, gli
obiettivi fissati dal Consiglio di Lisbona prevedevano
il raggiungimento, entro il 2010, di un tasso di
occupazione totale pari al 70 per cento e di un tasso
di occupazione femminile pari al 60 per cento. La
Commissione europea con la strategia Europa 2020
ha poi stabilito per l'occupazione delle persone di età
Veneto (IT)
Baden-Württemberg (DE)
compresa tra 20 e 64 anni un traguardo addirittura
superiore e pari al 75 per cento. Tuttavia, la crisi
Emilia-Romagna (IT)
Île de France (FR)
economica ha avuto pesanti ripercussioni sul mercato
9 A Marzo 2010 la Commissione europea ha proposto l'impostazione
globale della strategia Europa 2020 al Consiglio europeo, che l'ha
Fonte: elab. Unioncamere del Veneto su dati Eurostat e Istat
sottoscritta il 25-26 marzo 2010 e adottata il 17 giugno 2010.
Tasso di occupazione femminile 15-64 anni: rapporto tra il numero di donne occupate in età lavorativa (15-64 anni) e la popolazione
10 Commissione europea, Comunicazione della Commissione europea,
femminile della medesima fascia di età. La Strategia di Lisbona e il successivo Consiglio Europeo di Stoccolma avevano individuato
Europa 2020. Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile
valori obiettivo anche per il tasso di occupazione femminile: 60% entro il 2010.
Come si legge la tavola: nel 2009 in Veneto il tasso della popolazione femminile tra 15 e 64 anni con un'occupazione lavorativa era del
e inclusiva, Bruxelles, 3.3.2010, COMM(2010) 2020 definitivo.
53,9%, rispetto a quello della media UE27 pari al 58,6%.
Centro studi Unioncamere del Veneto
del lavoro e i fenomeni che riassumono le attuali condizioni dell'occupazione in UE sono: contrazione
Grafico 12 - Tasso di occupazione femminile 15-64 anni.
Anno 2009
dei posti di lavoro, crescita della disoccupazione e aumento dell'inattività.
Il tasso di occupazione è il principale indicatore
per valutare l'evoluzione del mercato del lavoro in
quanto indica la capacità dello stesso di utilizzare
le risorse umane disponibili. Di fatto costituisce una
misura del grado di coinvolgimento nel mercato del
lavoro delle persone potenzialmente attive, poiché
esclude i troppo giovani e gli anziani. Nel 2009 gli
effetti della crisi sul mercato del lavoro sono stati
particolarmente consistenti. Il tasso di occupazione
dell'UE27, che nel 2000 era pari al 62,2 per cento,
ha raggiunto il 64,6 per cento, scendendo tuttavia
rispetto al 65,9 per cento del 2008 a causa del forte
rallentamento dell'economia (Tav.11). Dai primi mesi
del 2009 infatti un progressivo aggravamento del
quadro occupazionale sta interessando tutta l'Unione
europea. In particolare, nel 2009 il numero di occupati
si è ridotto di quasi quattro milioni di persone (-1,7%
rispetto al 2008).
Per quanto riguarda i singoli Paesi, nella media del
2009 gli occupati sono diminuiti del -6,8 per cento in
Spagna, del -1,6 per cento in Italia e del -1,5 per cento
Fonte: elab. Unioncamere del Veneto su dati Eurostat e Istat
nel Regno Unito, mentre in Francia la contrazione è stata
Tavola 13 - Tasso di occupazione 55-64 anni. Anni 2000, 2004, 2008 e 2009
meno marcata (-0,8%) e in Germania l'occupazione è
rimasta pressoché stazionaria (-0,2%). In Italia nel
2009 il 57,5 per cento della popolazione nella fascia
di età 15-64 anni risulta occupato. Tale valore è
rimasto invariato rispetto al 2004, ma è aumentato di
quasi +4 punti percentuali rispetto al 2000. Il tasso
occupazionale italiano è risultato superiore solo a
quello di Malta (54,9%) e Ungheria (55,4%), e inferiore
a quello medio dell'UE27 di ben 7,1 punti percentuali.
Guardando al Veneto, nel 2009 l'Istat ha rilevato un
numero di occupati pari a 2.211 mila, in calo del -2,2
per cento rispetto al 2008 (-47 mila unità). Si è quindi
completamente annullata la crescita che si era osservata
nel 2008 (+1,9%, +40 mila unità). La contrazione dei
posti di lavoro ha avuto riflessi negativi sul tasso di
occupazione: nel 2009 tale indicatore si è attestato al
64,6 per cento, lo stesso valore registrato nell'UE27,
Veneto (IT)
Baden-Württemberg (DE)
ma quasi 2 punti percentuali in meno rispetto all'anno
precedente (Graf.11). I Paesi che hanno registrato un
Emilia-Romagna (IT)
Île de France (FR)
tasso di occupazione superiore alla soglia del 70 per
cento, prevista dalla Strategia di Lisbona, sono alcuni
Paesi dell'UE15 (Germania, Austria, Svezia, Danimarca
Fonte: elab. Unioncamere del Veneto su dati Eurostat e Istat
e Paesi Bassi). Nel periodo 2000-2009 tale indicatore
Tasso di occupazione 55-64 anni: rapporto tra il numero di persone occupate di età compresa tra 55 e 64 anni e la popolazione della
stessa classe di età. Per il tasso di occupazione della popolazione di età 55-64 anni, il target di Lisbona previsto per il 2010 era del 50%.
in Italia è cresciuto di +3,8 punti percentuali contro i
Come si legge la tavola: nel 2009 in Veneto il tasso di occupazione della popolazione di età compresa tra 55 e 64 anni era pari al
34,3%, in UE27 al 46%.
Centro studi Unioncamere del Veneto
+2,4 punti della media europea. Per quanto riguarda
il Veneto, nel lungo periodo il tasso di occupazione
Grafico 13 - Tasso di occupazione 55-64 anni. Anno 2009
è cresciuto di +2,5 punti percentuali, in linea con la
media degli Stati europei.
L'attuale trasformazione demografica, dovuta al
progressivo invecchiamento della popolazione e al
conseguente calo della popolazione in età attiva
rende necessario attrarre e mantenere sul mercato
del lavoro il maggior numero di persone. In questa
direzione, risulta fondamentale favorire la crescita
occupazionale delle donne. Tra il 2000 e il 2008 il
tasso di occupazione femminile in Italia è passato
dal 39,6 al 47,2 per cento, crescita che si è interrotta
nel 2009 quando il tasso di occupazione delle donne
tra i 15 e i 64 anni è sceso al 46,4 per cento (Tav.12),
a causa di una riduzione nel numero delle donne
occupate pari al -1,1 per cento (-105 mila unità) rispetto
al 2008. L'occupazione femminile è quindi l'anello
debole del mercato del lavoro nazionale e regionale.
Il valore di tale indicatore in Italia è decisamente
lontano dal target stabilito a Lisbona (60%) e dalla
media europea (58,6%) (Graf.12). Nella graduatoria
europea l'Italia, con un basso tasso di occupazione
femminile, figura nelle ultime posizioni, seguita solo
Fonte: elab. Unioncamere del Veneto su dati Eurostat e Istat
da Malta. Tale andamento è legato ad un significativo
squilibro, esistente nel nostro Paese, dovuto alle
Tavola 14 - Tasso di dissoccupazione. Anni 2000, 2004, 2008 e 2009
prestazioni assistenziali e previdenziali a favore di
una popolazione anziana. La scarsa offerta di servizi di assistenza all'infanzia non permettono un'adeguata
conciliazione tra il tempo dedicato al lavoro e quello
dedicato alla famiglia. Cresce leggermente invece
la quota delle donne occupate tra i 15 e i 64 anni
in Veneto, che nel 2009 è risultata pari al 53,9 per
cento della popolazione femminile nella stessa fascia
d'età, quasi otto punti percentuali superiore alla media
nazionale. I Paesi che superano la soglia del 60 per
cento sono quattordici, tra cui anche alcuni Paesi di
recente adesione11. Nel periodo 2000-2009 in Italia il
tasso di occupazione femminile è cresciuto di 6,8 punti
percentuali, un aumento superiore a quello registrato
dalla media europea (+4,9 punti). L'indicatore è
invece cresciuto più marcatamente per Spagna (+11,5
punti), Cipro (+9,5 punti) e Germania (+8,4 punti). In
Veneto (IT)
Veneto nello stesso periodo il tasso di occupazione
Baden-Württemberg (DE)
femminile è aumentato di +5,3 punti percentuali.
Emilia-Romagna (IT)
Per valutare la situazione del mercato del lavoro
Île de France (FR)
europeo e monitorare gli sforzi a favore delle riforme
sociali, il tasso di occupazione 55-64 anni è
stato inserito tra gli indicatori strutturali e il suo
Fonte: elab. Unioncamere del Veneto su dati Eurostat e Istat
Tasso di disoccupazione: rapporto tra le persone in cerca di occupazione e il totale della forza lavoro. Misura la tensione sul mercato
del lavoro dovuta ad un eccesso di offerta di lavoro (da parte dei lavoratori) rispetto alla domanda di lavoro (da parte delle imprese).
11 Estonia, Lettonia, Slovenia, Cipro e Lituania.
Come si legge la tavola: nel 2009 in Veneto il tasso di disoccupazione era pari al 4,8%, in UE27 all'8,9%.
Centro studi Unioncamere del Veneto
incremento è stato stabilito come specifico obiettivo della Strategia di Lisbona, che ha posto il target
Grafico 14 - Tasso di disoccupazione. Anno 2009
del 50 per cento da raggiungere entro il 2010. In
generale, gli individui di età compresa tra i 55 e i 64
anni restano sottorappresentati nel mercato del lavoro
europeo. Nonostante i progressi fatti per sviluppare
il concetto di invecchiamento attivo e le riforme dei
sistemi pensionistici, il mercato del lavoro in UE risulta
infatti ancora molto segmentato: nel 2009 solo il 46
per cento della popolazione di questa fascia di età è
risultato occupato in Europa contro il 64,6 per cento
della popolazione in età lavorativa e il 78,2 per cento
della fascia 25-54 anni. In particolare, anche l'Italia è
uno dei Paesi in cui il divario tra tasso di occupazione
della popolazione più vecchia e quello della popolazione
nelle fasce di età centrali è piuttosto ampio (più di
36 punti percentuali nel 2009), a conferma della
marginalizzazione di alcuni segmenti della popolazione.
Tale risultato è dovuto principalmente a un sistema
pensionistico che incentiva il ritiro anticipato e alla
scarsa domanda di lavoro per gli anziani. I vertici della
graduatoria europea, con un alto tasso di occupazione
55-64 anni, sono occupati dai Paesi del Nord Europa
– Svezia, Estonia – mentre l'Italia si colloca in coda
Fonte: elab. Unioncamere del Veneto su dati Eurostat e Istat
alla classifica ma in posizione leggermente migliore
rispetto a quella occupata per il tasso di occupazione
Tavola 15 - Tasso di dispoccupazione giovanile (15-24 anni). Anni 2000, 2004 e 2008
totale e femminile. L'Italia con un tasso pari al 35,7 per
cento è seguita solo da cinque Paesi membri (Graf.13).
Tale dato è inferiore alla media europea (46%) ma
non a quella del Veneto (34,3%). I divari tra i Paesi
europei sono molto ampi: il valore del Paese con il più
alto tasso di occupazione 55-64 anni (la Svezia con
il 70%) è più che doppio rispetto a quello del Paese
con il tasso più basso (Malta con il 28,1%). Nel 2009
nella maggior parte dei Paesi membri tale indicatore
è cresciuto rispetto all'anno precedente. Nel biennio
2008-2009 in Italia il tasso di occupazione nella fascia
55-64 anni è cresciuto di +1,3 punti percentuali,
più marcatamente rispetto alla media UE27 (+0,4
punti) e a tutte le maggiori economie europee, fatta
eccezione per la Germania (+2,4 punti). Tuttavia nel
lungo periodo (2000-2009) l'Italia ha registrato un
Veneto (IT)
incremento dell'indicatore meno significativo rispetto
Baden-Württemberg (DE)
a quello di molti altri Stati europei. In quasi dieci
Emilia-Romagna (IT)
anni il tasso di occupazione 55-64 anni italiano si è
Île de France (FR)
incrementato di +8 punti percentuali, contro i +25,3
punti della Bulgaria e i +9,1 punti della media europea.
Fonte: elab. Unioncamere del Veneto su dati Eurostat
Nello stesso periodo il Veneto ha invece registrato
Tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni): rapporto percentuale tra le persone in cerca di occupazione in età 15-24 anni e la forza
una crescita del tasso leggermente superiore a quella
lavoro della corrispondente classe di età. La Commissione europea individua nella categoria dei giovani un "soggetto vulnerabile" e
sollecita la revisione delle politiche specifiche, raccomandando in particolare di rivedere quelle relative alla transizione scuola-lavoro.
Come si legge la tavola: nel 2008 la disoccupazione della popolazione in età 15-24 anni in Italia (21,3%) era tra le più elevate a livello
nazionale (+8,6 punti percentuali).
europeo, inferiore nel 2008 solo a quella di Spagna (24,6%) e Grecia (22,1%). Nello stesso anno il tasso di disoccupazione giovanile
in Veneto si attestava invece al 10,7% e in UE27 al 15,6%.
Centro studi Unioncamere del Veneto
In generale, occorre sottolineare che i dati sui livelli
occupazionali dell'UE27 possono in parte risentire delle
Grafico 15 - Tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni).
Anno 2008
diverse normative sull'età pensionistica vigenti nei
singoli Paesi europei. Inoltre, si osserva che in termini
occupazionali solo alcune delle maggiori economie
europee hanno raggiunto gli obiettivi di Lisbona: la
Germania e il Regno Unito hanno soddisfatto tutte le
soglie occupazionali stabilite dalla strategia europea,
mentre la Francia solo il target dell'occupazione
femminile. Per quanto riguarda il Veneto, la regione
risulta più vicina ai traguardi occupazionali di Lisbona
rispetto all'Italia, fatta eccezione per il tasso di
occupazione 55-64 anni il cui valore è leggermente
Per misurare la dinamicità del mercato del lavoro
e per valutare l'efficienza del sistema Paese è utile
analizzare anche il tasso di disoccupazione. I segnali
della crisi infatti si possono cogliere, oltre che dalla
caduta dell'occupazione, dall'aumento delle persone
in cerca di lavoro. Nel 2009 il tasso di disoccupazione
nell'UE27 ha raggiunto l'8,9 per cento, mentre un anno
prima era pari al 7 per cento. In Italia il numero delle
persone in cerca di occupazione nel 2009 ha superato
le 100 mila unità, in crescita di oltre un terzo su base
Fonte: elab. Unioncamere del Veneto su dati Eurostat
annua (+26 mila unità). Tale dinamica ha fatto sì che
nel 2009, per la prima volta dopo oltre un decennio,
Tavola 16 - Tasso di dissoccupazione femminile. Anni 2000, 2004, 2008 e 2009
la disoccupazione sia tornata ad aumentare: il tasso di
disoccupazione italiano, che nel 2000 era pari al 10,6 per cento, è sceso all'8 per cento nel 2004 e al 6,7 per
cento nel 2008 per poi crescere fino al 7,8 per cento
nel 2009 (Tav.14). Dal 2002 l'Italia ha però presentato
un tasso di disoccupazione più basso di quello medio
dell'UE27, anche se con un livello di inattività più alto e
in crescita. Tra il 2008 e il 2009 hanno invece registrato
la crescita più marcata del tasso di disoccupazione
i Paesi Baltici – Lettonia (+9,6 punti percentuali),
Estonia (+8,3 punti) e Lituania (+7,9 punti) – e la
Spagna (+6,7 punti). Per il Veneto tale indicatore è
tra i più bassi in Europa (Graf.14): nel 2009 il 4,8 per
cento del totale della forza lavoro della regione era in
cerca di occupazione, dato uguale a quello dell'Austria
e superiore solo a quello dei Paesi Bassi (3,4%). I
tre Paesi che dominano invece la graduatoria europea
Veneto (IT)
con un alto tasso di disoccupazione sono Spagna
Baden-Württemberg (DE)
(18%), Lettonia (17,1%) ed Estonia (13,8%). Nel
lungo periodo (2000-2009) i Paesi europei in cui
Emilia-Romagna (IT)
Île de France (FR)
la disoccupazione è cresciuta marcatamente sono
Irlanda, Portogallo e Spagna. In Italia invece il tasso
di disoccupazione è diminuito di -2,8 punti percentuali
Fonte: elab. Unioncamere del Veneto su dati Eurostat e Istat
rispetto all'anno 2000 mentre quello europeo è
Tasso di disoccupazione femminile: rapporto tra il numero di donne in cerca di lavoro e la forza lavoro femminile.
Come si legge la tavola: nel 2009 in Veneto il tasso di disoccupazione femminile era pari al 6,4%, in UE27 all'8,8%.
Centro studi Unioncamere del Veneto
rimasto pressoché stabile. Dal 2000 al 2009 il tasso di
Grafico 16 - Tasso di disoccupazione femminile. Anno 2009
disoccupazione in Veneto si è incrementato di oltre
un punto percentuale. I Paesi che hanno registrato
le migliori performance in termini di assorbimento
della forza lavoro sono stati alcuni Paesi di recente
adesione, tra cui in primis Lituania, Slovacchia, Polonia,
Estonia e Lettonia. In generale, le riforme strutturali
riguardanti l'adozione dei principi comuni di flexicurity,
approvati dal Consiglio europeo di Dicembre 200712,
hanno avuto un impatto significativamente positivo
nell'Unione europea: nel periodo antecedente la crisi
il tasso di disoccupazione era diminuito (dal 9,2% nel
2004 al 7% nel 2008), mentre il tasso di occupazione
era cresciuto (dal 63% nel 2004 al 65,9% nel 2008);
e ciò non è spiegabile solo da fattori macroeconomici
di natura ciclica. Tuttavia, secondo l'ultimo Rapporto
della Commissione europea sulla Strategia di Lisbona,
tra il 2009 e il 2010 ci saranno sette milioni di posti
12 I "principi comuni di flessicurezza" sono stati approvati dal Consiglio
europeo del 14 Dicembre 2007. La flessicurezza rappresenta una
nuova via di guardare alla flessibilità e alla sicurezza sul mercato del
lavoro. Tale concetto riconosce che la globalizzazione e il progresso
tecnologico stanno rapidamente cambiando i bisogni dei lavoratori e
delle imprese. Le imprese sono infatti costantemente sotto pressione
per adattare e sviluppare molto velocemente prodotti e servizi,
mentre i lavoratori sono consapevoli del fatto che la ristrutturazione
delle aziende non avviene per caso ma sta diventando un fatto della
Fonte: elab. Unioncamere del Veneto su dati Eurostat e Istat
vita quotidiana.
di lavoro in meno in Unione europea e il tasso di
Tavola 17 - Tasso di dissoccupazione di lunga durata. Anni 2000, 2004, 2008 e
disoccupazione medio europeo raggiungerà il 10 per
cento entro la fine del 2010.
La disoccupazione giovanile (15-24 anni)
continua a rappresentare un serio e crescente problema
nell'Unione europea. I giovani sono i più colpiti dalla
crisi e in molti Paesi membri i tassi di disoccupazione
sono più del doppio del tasso di disoccupazione del
resto della forza lavoro. Nonostante alcuni progressi
fatti sotto l'influenza della Strategia di Lisbona, in
termini soprattutto di riduzione nel numero degli
abbandoni scolastici e di incremento nel numero dei
laureati, le misure specifiche adottate da molti Paesi
hanno prodotto progressi limitati e concentrati solo
in alcune aree geografiche. La Commissione europea
ha identificato i giovani come "soggetti vulnerabili"
e sollecita la revisione delle politiche specifiche,
raccomandando in particolare di rivedere quelle relative
alla transizione scuola-lavoro. La disoccupazione
Veneto (IT)
Baden-Württemberg (DE)
giovanile è quindi una questione di importanza
crescente all'interno delle problematiche occupazionali
Emilia-Romagna (IT)
Île de France (FR)
europee. Nel 2008 il tasso di disoccupazione della
popolazione in età 15-24 anni dell'Italia (21,3%)
è tra i più elevati a livello europeo, inferiore solo a
Fonte: elab. Unioncamere del Veneto su dati Eurostat e Istat
quello della Spagna (24,6%) e della Grecia (22,1%)
Tasso di disoccupazione di lunga durata: rapporto tra le persone in cerca di occupazione da più di un anno e il totale dei disoccupati.
Come si legge la tavola: nel 2009 in Veneto il tasso di disoccupazione di lunga durata era pari al 26,6%, in UE27 al 33,2%.
Centro studi Unioncamere del Veneto
(Graf.15). Esso è inoltre aumentato di un punto percentuale rispetto al 2007 ed è risultato più che triplo
Grafico 17 - Tasso di disoccupazione di lunga durata.
Anno 2009
rispetto al tasso di disoccupazione totale. Paesi Bassi,
Danimarca e Austria hanno invece registrato i tassi
di disoccupazione giovanile più contenuti, che sono
inferiori di oltre 7 punti percentuali al valore medio
dell'UE27 (15,6%). Tra le maggiori economie europee,
Regno Unito e Germania, con rispettivamente il 15 e
il 10,5 per cento, sono gli unici Paesi a mostrare un
valore dell'indicatore inferiore a quello medio europeo.
Anche il tasso di disoccupazione giovanile del Veneto
è tra i più bassi a livello europeo (10,7%), inferiore
sia alla media nazionale che quella dell'UE27. Nel
lungo periodo (2000-2008) il tasso di disoccupazione
giovanile è cresciuto in undici Paesi dell'Unione
europea, tra cui ai vertici della graduatoria si collocano
Lussemburgo (+11,5 punti percentuali), Svezia (+10,7
punti) e Portogallo (+7,6 punti). In questi ultimi anni
anche in Veneto i giovani hanno mostrato difficoltà
nell'inserimento nel mercato del lavoro: tra il 2000 e il
2008 la quota di disoccupati tra i 15 e i 24 anni rispetto
alla forza lavoro della corrispondente fascia d'età è
cresciuta di +1,2 punti percentuali. Per l'Italia invece
l'indicatore si è ridotto di quasi dieci punti percentuali.
Fonte: elab. Unioncamere del Veneto su dati Eurostat e Istat
Tale diminuzione è in gran parte da attribuire alla
tendenza dei giovani a posticipare l'ingresso nel
Tavola 18 - Tasso di attività della popolazione in età 15-64 anni. Anni 2000, 2004,
mercato del lavoro, determinata sia dalle difficoltà
2008 e 2009
dell'inserimento occupazionale sia dalla maggiore
permanenza nel sistema formativo. Le contrazioni
più significative del tasso di disoccupazione giovanile
sono state invece registrate nei nuovi Stati membri,
in particolare in Slovacchia (-17,9 punti percentuali),
Polonia (-17,8 punti) e Lituania (-15,2 punti).
Gli effetti della crisi economica sulla disoccupazione
si sono fatti sentire significativamente anche sulla
componente femminile. Nella media del 2009 e per
il complesso dell'UE27 il tasso di disoccupazione
femminile si è attestato all'8,8 per cento, in crescita
di +1,3 punti percentuali rispetto all'anno precedente.
L'Italia si colloca tra i Paesi europei con il tasso di
disoccupazione femminile più elevato (Graf.16).
Nel corso del 2009 la risalita della disoccupazione
Veneto (IT)
femminile nazionale non si è arrestata – il tasso per
Baden-Württemberg (DE)
l'Italia è infatti risultato pari al 9,3 per cento – ma
Emilia-Romagna (IT)
il Paese ha registrato in Europa uno degli incrementi
Île de France (FR)
più modesti nel lungo periodo. Sotto la media
europea troviamo invece il Veneto, dove nel 2009
Fonte: elab. Unioncamere del Veneto su dati Eurostat e Istat
il 6,4 per cento della forza lavoro femminile figurava
Tasso di attività della popolazione (15-64 anni): rapporto percentuale tra la forza lavoro nella fascia di età 15-64 anni e la popolazione
della medesima fascia di età. La forza lavoro è definita come somma degli occupati e delle persone che cercano attivamente lavoro.
disoccupata. Tra il 2000 e il 2009 l'Italia ha registrato
Il tasso di occupazione aumenta sia riducendo la disoccupazione sia aumentando la partecipazione della popolazione al mercato del
lavoro, che è misurata dal tasso di attività. Quest'ultimo indicatore è particolarmente importante per quei Paesi, come l'Italia, che
una riduzione del tasso di disoccupazione femminile
sono caratterizzati da un tasso di disoccupazione abbastanza contenuto ma anche da una bassa partecipazione al mercato del lavoro.
Come si legge la tavola: nel 2009 il Veneto ha registrato un tasso di attività pari al 67,9%, mentre l'UE27 pari al 71,1%.
Centro studi Unioncamere del Veneto
pari a -5,2 punti percentuali contro una media europea
Grafico 18 - Tasso di attività della popolazione
di -1 punto, mentre nello stesso periodo in Veneto
in età 15-64 anni. Anno 2009
tale indicatore è rimasto pressoché stabile. I Paesi che
hanno registrato l'aumento più marcato nel tasso di
disoccupazione femminile tra il 2000 e il 2009 sono
stati Portogallo (+5,3 punti percentuali), Ungheria
(+4,1 punti) e Irlanda (+3,8 punti). Sul versante
opposto si collocano invece i nuovi Stati membri, in
particolare Bulgaria (-9,6 punti) e Polonia (-9,4 punti).
La persistenza degli individui nello stato di
disoccupazione definisce la gravità sociale del
problema occupazionale e fornisce un'indicazione
circa il funzionamento del mercato del lavoro in
un determinato Paese: un medesimo livello di
disoccupazione, ma con diverse durate medie della
stessa, comporta implicazioni sociali e di policy assai
differenti. Le convenzioni internazionali definiscono
un disoccupato di lunga durata come una persona
in cerca di occupazione da almeno un anno. Tale
dato, se rilevato dalle indagini armonizzate a livello
europeo sulle forze lavoro e rapportato all'insieme dei
disoccupati, definisce la quota di disoccupati di lunga
durata sul totale dei disoccupati. Nel 2009 il 33,2 per
cento dei disoccupati dell'Unione europea è risultato in
Fonte: elab. Unioncamere del Veneto su dati Eurostat e Istat
cerca di occupazione da almeno dodici mesi, mentre il
tasso di disoccupazione di lunga durata dell'Italia
Tavola 19 - Popolazione di età compresa tra 25 e 64 anni con istruzione terziaria
ammontava al 44,4 per cento, in diminuzione rispetto
(Inc. % sul totale). Anni 2000, 2004 e 2008
all'anno precedente (45,7% nel 2008) (Tav.17). Nella
graduatoria europea il nostro Paese si colloca quindi
al di sopra della media europea insieme ad altri nove
Paesi (Graf.17). Infatti, nonostante negli ultimi anni
il tasso di disoccupazione nazionale di lunga durata
sia notevolmente diminuito, in Italia il problema
della persistenza della disoccupazione continua a
essere particolarmente sentito. Nel 2009 il Paese con
la quota più elevata di disoccupati di lunga durata
rispetto al totale è stato la Slovacchia (54%), seguita
dalla Germania (45,5%). Viceversa, in Danimarca
circa un disoccupato su dieci vive questa condizione.
Nel periodo 2000-2009 tra i Paesi membri dell'UE
solo Lussemburgo (+0,7 punti) e Portogallo (+1,9
punti) hanno registrato un incremento nel tasso di
Veneto (IT)
disoccupazione di lunga durata. L'Italia è invece tra i
Baden-Württemberg (DE)
Paesi europei che sono riusciti a ridurre notevolmente
Emilia-Romagna (IT)
Île de France (FR)
il problema dei disoccupati di lunga durata, il tasso si
è infatti ridotto di -17,4 punti percentuali tra il 2000 e il
2009 contro i -12,9 punti della media europea. In UE27
Fonte: elab. Unioncamere del Veneto su dati Eurostat
spiccano tuttavia le performance della Slovenia e della
Popolazione (25-64 anni) con istruzione terziaria (Inc. % sul totale): rapporto tra le persone di età compresa tra 25 e 64 anni con
istruzione terziaria (ISCED 5 e 6) e la popolazione nella classe di età 25-64 anni.
L'indicatore indica la diffusione di competenze di alto livello anche se il confronto internazionale tra livelli di istruzione è reso difficile
Lettonia, che nello stesso periodo hanno registrato una
dalle forti differenze riscontrabili nei sistemi educativi nazionali.
La strategia Europa 2020, che sostituirà la strategia di Lisbona, stabilisce che il 40% dei giovani (25-34 anni) deve essere laureato.
riduzione dell'indicatore di oltre 30 punti percentuali. Il
Come si legge la tavola: nel 2008 in Veneto la percentuale della popolazione di età compresa tra 25 e 64 anni con istruzione terziaria
era pari al 12,9%, mentre nel 2004 al 10,1% (21,5% in UE27).
Centro studi Unioncamere del Veneto
Veneto presenta invece un tasso di disoccupazione di
lunga durata che è largamente al di sotto della media
Grafico 19 - Popolazione di età compresa tra 25 e 64 anni con
istruzione terziaria (Inc. % sul totale). Anno 2008
nazionale ed europea: nel 2009 nella regione il 26,6 per cento dei disoccupati era in cerca di lavoro da più
di un anno. Nel lungo periodo (2000-2009) il tasso si
è ridotto di -3,7 punti percentuali.
L'obiettivo dell'incremento del tasso di occupazione
globale nell'UE, posto dalla strategia di Lisbona
(70%) e rivisto dalla strategia Europa 2020 (75%),
può essere raggiunto sia riducendo la disoccupazione
sia aumentando la partecipazione della popolazione
al mercato del lavoro, che è misurata dal tasso di
attività. Quest'ultimo indicatore, in particolare,
è specificatamente importante per quei Paesi,
come l'Italia, che sono caratterizzati da un tasso di
disoccupazione abbastanza contenuto ma anche da una
bassa partecipazione al mercato del lavoro. Secondo
le ultime previsioni della Commissione europea13,
a causa dell'invecchiamento della popolazione e
dell'ondata di pensionamenti dei figli del "baby boom",
la popolazione attiva dell'UE inizierà a diminuire dal
2013-2014. Nel 2009 il tasso di attività nazionale è
risultato pari al 62,4 per cento, in diminuzione di oltre
13 Commissione europea, Comunicazione della Commissione, Europa
2020. Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e
Fonte: elab. Unioncamere del Veneto su dati Eurostat
inclusiva, Bruxelles, 3.3.2010, COMM(2010) 2020.
mezzo punto percentuale rispetto al 2008, mentre
Tavola 20 - Popolazione di età compresa tra 25 e 64 anni che ha partecipato alla
quello dell'UE27 è risultato pari al 71,1 per cento, in
formazione permanente (Inc. % sul totale). Anni 2000, 2004 e 2008
lieve aumento rispetto all'anno precedente (Tav.18).
In Europa il valore minimo è stato registrato per
Malta (59,1%) e quello massimo per la Danimarca
(80,7%) (Graf.18). L'Italia si colloca invece nella parte
bassa della graduatoria: ultimo Paese fra le maggiori
economie europee e ben al di sotto degli altri Paesi
mediterranei – come Spagna e Grecia – precede in
graduatoria solo Malta e Ungheria. Il Veneto, invece,
nel 2009 ha registrato un tasso di attività pari al
67,9 per cento, valore leggermente inferiore alla
media europea ma superiore a quello nazionale e in
flessione di un punto percentuale rispetto al 2008.
Nel lungo periodo (2000-2009) i soli Paesi europei in
cui il tasso di attività si è ridotto sono stati Romania
(-5,3 punti percentuali), Slovacchia (-1,5 punti),
Veneto (IT)
Lituania (-1,4 punti) Repubblica Ceca (-1,2 punti)
Baden-Württemberg (DE)
e Polonia (-1,1 punti). Nello stesso periodo in Italia
Emilia-Romagna (IT)
Île de France (FR)
il rapporto della forza lavoro in età 15-64 anni sulla
popolazione della medesima fascia d'età è cresciuto di
+2,3 punti percentuali contro i +2,5 punti della media
Fonte: elab. Unioncamere del Veneto su dati Eurostat
europea, mentre in Veneto l'indicatore ha segnato un
Popolazione (25-64 anni) che ha partecipato alla formazione permanente (Inc. % sul totale): percentuale della popolazione di età
compresa tra 25 e 64 anni che ha risposto di aver partecipato a corsi di formazione ed istruzione nelle quattro settimane precedenti
l'inchiesta. Il denominatore è dato dalla popolazione con età compresa tra 25 e 64 anni. Secondo la strategia di Lisbona, le attività di
incremento di +3,4 punti percentuali.
lifelong learning dovevano interessare, entro il 2010, non meno del 12,5% in media della popolazione 25-64enne dell'intera Unione
Per raggiungere gli obiettivi di Lisbona in materia
Come si legge la tavola: nel 2008 in Veneto la percentuale della popolazione di età compresa tra 25 e 64 anni che, nelle 4 settimane
antecedenti l'indagine, ha partecipato a corsi di istruzione o training era pari al 6,5%, mentre nel 2004 al 6,2%.
Centro studi Unioncamere del Veneto
di crescita e occupazione, che sono stati rinnovati e
Grafico 20 - Popolazione di età compresa tra 25 e 64 anni che ha
aggiornati dalla nuova strategia Europa 2020, appare
partecipato alla formazione permanente
sempre più necessario fornire incentivi e opportunità
(Inc. % sul totale). Anno 2008
nel campo dell'istruzione e della formazione. Investire
nel capitale umano lungo tutto il corso della vita è
infatti lo strumento più efficace per creare nuovi
e migliori posti di lavoro, nonché premessa per la
ripresa economica. Per questo, il livello di istruzione
della popolazione adulta è uno degli indicatori adottati
dall'Unione europea per monitorare il raggiungimento
degli obiettivi di Lisbona sui livelli di conoscenza. Il
confronto europeo tra i livelli di istruzione è tuttavia
reso difficile dalle forti differenze riscontrabili nei
singoli sistemi educativi nazionali. In Italia nel 2008
la percentuale della popolazione di età 25-64 anni
con istruzione terziaria14 corrispondeva al 14,4 per
14 Con istruzione terziaria si intende il conseguimento di titoli di studio
che corrispondono ai livelli 5 e 6 dello standard ISCED, nato in seno
all'UNESCO come strumento per fini statistici sui sistemi di istruzione,
sia all'interno di singoli Stati che in ambito internazionale. Il livello
5 corrisponde al primo stadio dell'educazione terziaria e comprende
corsi accademici – come nel sistema d'istruzione italiano la laurea
e la laurea magistrale – oppure programmi preparatori alla ricerca
o finalizzati all'accesso a professioni con abilità superiori (medicina,
odontoiatria, architettura, ecc.) oppure programmi specifici
occupazionali di carattere tecnico-pratico. Il livello 6 corrisponde
invece al secondo stadio dell'istruzione terziaria ed è riservato a
programmi terziari che portano al conseguimento di una qualifica
di ricerca avanzata. Nel sistema d'istruzione italiano corrisponde al
Fonte: elab. Unioncamere del Veneto su dati Eurostat
dottorato di ricerca.
cento del totale della popolazione (Graf.19), tale valore colloca il
percentuali. Nello stesso periodo anche in Veneto la quota di
nostro Paese in fondo alla graduatoria – in quart'ultima posizione –
persone di età 25-64 anni con istruzione terziaria sulla popolazione
insieme a Romania (12,8%), Malta (13,1%) e Portogallo (14,3%).
della corrispondente fascia d'età ha registrato una crescita, pari a
Del resto, in più della metà dei Paesi dell'UE27 la quota di adulti
+6,4 punti percentuali.
che nel 2008 ha seguito un percorso di alta formazione è risultata
Secondo le ultime stime della Commissione europea, oggi circa
al di sotto del 30 per cento. La situazione europea risulta però nel
80 milioni di persone hanno competenze scarse e solo di base,
suo complesso eterogenea: molti Paesi di recente adesione si sono
inoltre entro il 2020 saranno creati 16 milioni di posti di lavoro
distinti per bassi valori dell'indicatore, mentre le quote dei Paesi
altamente qualificati e quelli scarsamente qualificati scenderanno a
dell'UE a 15 sono state le più elevate. In particolare, ai vertici della
12 milioni. L'allungamento della vita lavorativa presuppone inoltre
graduatoria troviamo Finlandia (36,6%), Cipro (34,5%) ed Estonia
la possibilità, che è anche una necessità, di conseguire e sviluppare
(34,3%). È anche opportuno tenere presente che in Italia gli effetti
nuove conoscenze durante tutto l'arco della vita. L'acquisizione di
della recente riforma universitaria faticano a essere visibili, mentre
nuove competenze consente alla forza lavoro di adeguarsi alle mutate
in altri Paesi europei, dove già da anni si sono messe in moto
condizioni del mercato del lavoro attraverso un riorientamento
delle manovre politiche, i giovani escono dal percorso scolastico in
professionale, riduce la disoccupazione e aumenta la produttività
grande anticipo rispetto agli studenti italiani. In Veneto la quota
del lavoro. Lungo questa direzione è quindi fondamentale puntare
dei laureati è molto bassa (12,9%) rispetto alla generale situazione
al capitale umano come risorsa strategica per lo sviluppo, perché
europea e in linea con quella della Romania (12,8%) e di Malta
solo investendo sulle persone, promuovendo un'istruzione di
(13,1%). Nel lungo periodo (2000-2008) la percentuale nazionale
elevata qualità lungo tutto l'arco della vita e agevolando l'accesso
di persone che ha conseguito un titolo di istruzione terziaria ha
ai sistemi educativi, è possibile assicurare il successo dell'Europa.
mostrato un progressivo, sebbene contenuto, miglioramento e pari
Tuttavia, sebbene nell'ultimo decennio nell'Unione europea sia stata
a +7,3 punti percentuali. Tra tutti i Paesi dell'UE27 in termini di
dedicata sempre maggiore attenzione alla questione educativa,
alta formazione spicca l'andamento positivo dell'Irlanda, che nel
esiste una forte disparità riguardo al tasso di partecipazione
periodo 2000-2008 ha registrato un incremento dell'indicatore di
alla formazione permanente. Nella maggior parte degli Stati
+15,7 punti percentuali, mentre all'estremo opposto la Lituania
membri tale indicatore è sotto la media europea (9,3%) e alla
è stato l'unico Paese a registrare una decrescita di -11,4 punti
soglia stabilita a Lisbona (12,5%). Ci sono tuttavia alcuni Paesi del
Centro studi Unioncamere del Veneto
Nord Europa (Finlandia, Svezia e Danimarca) che hanno registrato
e i suoi principali attori globali – quali gli USA, il Giappone e i
una percentuale di persone in età compresa tra i 25 e i 64 anni
Paesi BRIC – per valutare i progressi dell'UE in termini relativi,
che ha seguito un corso di formazione permanente superiore al
ossia rispetto ai suoi principali partner commerciali o competitor.
20 per cento (Graf.20), in particolare nel 2008 in Danimarca tale
Nonostante infatti i progressi registrati nel mercato del lavoro il
percentuale è pari al 30,2 per cento. Superano il target di Lisbona
tasso di occupazione in Unione europea, che nel 200815 era circa
anche il Regno Unito (19,9%), i Paesi Bassi (17%), la Slovenia
il 65,9 per cento per le persone di età compresa tra i 15 e i 64
(13,9%) e l'Austria (13,2%). L'Italia e il Veneto rimangono
anni, è risultato nettamente inferiore a quello degli Stati Uniti e del
invece sotto la media europea di circa 3 punti percentuali, con
Giappone (oltre il 70%). Inoltre, sempre nel 2008 solo il 45,6 per
un tasso rispettivamente pari al 6,3 e 6,5 per cento. Nel lungo
cento dei lavoratori più anziani (55-64 anni) era ancora in attività in
periodo (2000-2008) la quota nazionale e regionale di persone che
UE, contro più il 62,1 per cento degli Stati Uniti e il 66,3 per cento
ha partecipato alla formazione permanente è aumentata di circa
del Giappone. Per il futuro, se vuole far fronte all'invecchiamento
due punti percentuali. L'indicatore è cresciuto più marcatamente
della popolazione e all'aumento della concorrenza globale, l'Europa
in Danimarca (+10,8 punti), Austria (+9 punti) e Slovenia (+6,5
deve quindi sfruttare appieno le potenzialità della sua forza lavoro,
punti), mentre in Bulgaria e Ungheria è rimasto invariato.
sostenendo l'accesso all'occupazione, agevolando l'ingresso
Per concludere, appare chiaro a posteriori come la Strategia
nel mercato del lavoro e la mobilità al suo interno soprattutto
di Lisbona per avere successo avrebbe dovuto essere strutturata
attraverso l'applicazione dei principi comuni di flexicurity, quali
meglio, così da potersi concentrare su alcuni elementi che hanno
validi strumenti per modernizzare il mercato del lavoro, adeguarlo
invece avuto un ruolo fondamentale durante la recente fase
alle trasformazioni provocate dalla globalizzazione e ridurre la
congiunturale, come la supervisione dei mercati finanziari. La
segmentazione dei mercati.
strategia si è inoltre focalizzata troppo sulla dimensione interna, mentre la crisi ha fatto emergere che l'economia globale è interdipendente e che gli effetti dei vari fenomeni si propagano velocemente a livello mondiale. Secondo l'ultimo documento di valutazione della Commissione europea, si sarebbe infatti potuto dare più risalto ai legami intrinseci esistenti tra l'economia dell'UE
15 Ultimo anno per cui sono disponibili dati di fonte Eurostat di confronto internazionale.
4. INNOVAZIONE E
Tavola 21 - Spesa in R&S (in % sul PIL). Anni 2000, 2005 e 2007
La politica di ricerca e sviluppo (R&S) è stata una
delle priorità della Strategia di Lisbona per consentire
all'Unione europea di preservare il suo dinamismo
economico e il proprio modello sociale. La ricerca,
insieme all'istruzione e all'innovazione, costituisce
anche il "triangolo della conoscenza", che è stato
promosso per rafforzare la crescita e l'occupazione
dell'Europa in un sistema globalizzato. Per preparare la
transizione verso un'economia competitiva, dinamica
e fondata sulla conoscenza è infatti fondamentale
adattarsi continuamente alle evoluzioni della società
Veneto (IT)
Baden-Württemberg (DE)
dell'informazione e incoraggiare iniziative in materia di
ricerca e sviluppo. Secondo le ultime valutazioni della
Emilia-Romagna (IT)
Île de France (FR)
Commissione europea, nell'ultimo decennio il divario
di produttività dell'Europa rispetto ai nostri principali
partner economici – Stati Uniti e Giappone in primis –
Fonte: elab. Unioncamere del Veneto su dati Eurostat e Istat
si è andato accentuando. Tale fenomeno è largamente
Spesa per la R&S (ricerca e sviluppo) sul Pil: spesa in R&S svolta dai soggetti operanti all'interno di un singolo Paese in percentuale sul PIL.
La strategia di Lisbona e il successivo Consiglio europeo di Stoccolma hanno individuato valori obiettivo per la percentuale del PIL
dovuto alle differenze tra le imprese in termini di
investita in R&S: 3% per il 2010. Tale obiettivo è stato poi riconfermato dalla strategia Europa 2020.
Come si legge la tavola: nel 2007 il Veneto ha dedicato alla R&S lo 0,8% del Pil, mentre l'UE27 l'1,9%.
Centro studi Unioncamere del Veneto
qualità del capitale fisico e umano, di progressi tecnologici e di nuove forme di organizzazione, a cui
Grafico 21 - Spesa in R&S (in % sul Pil). Anno 2007
si aggiungono investimenti di minore entità nella R&S
e nell'innovazione. Per questo, la Strategia Europa
2020, che sostituisce quella di Lisbona, ha stabilito
tra i suoi obiettivi la crescita intelligente, che mira a
sviluppare un'economia basata sulla conoscenza e
sull'innovazione, quali motori per la futura crescita
dell'Europa. Una maggior capacità di ricerca e sviluppo
e di innovazione in tutti i settori dell'economia,
associata ad un uso più efficiente delle risorse,
migliora la competitività e favorisce la creazione di
posti di lavoro, rafforzando la coesione economica,
sociale e territoriale. Saper affrontare il futuro significa
quindi riorientare la politica di R&S e di innovazione in
funzione delle sfide che oggi si pongono alla nostra
società, come il cambiamento climatico, l'uso efficiente
delle risorse e dell'energia, la salute e il cambiamento
L'obiettivo programmatico stabilito dalla Strategia
di Lisbona in materia di R&S era quello di favorire gli
investimenti per poter raggiungere il target del 3 per
cento del Pil entro il 2010, a cui si aggiungeva il vincolo
che i due terzi della spesa fossero sostenuti dalle
Fonte: elab. Unioncamere del Veneto su dati Eurostat e Istat
imprese. Tale traguardo è stato riconfermato dalla
INNOVAZIONE E RICERCA
strategia Europa 2020, che ha richiamato l'attenzione
Tavola 22 - Brevetti presentati all'EPO (richieste per milione di abitanti). Anni
sull'esigenza di migliorare le condizioni per la R&S
2000, 2005 e 2006
privata nell'UE. Nel 200716 la spesa in R&S dell'UE27
ha assorbito l'1,9 per cento del Pil europeo (Tab.21).
Confrontando tale valore con quello dei suoi principali
competitor, esso risulta sensibilmente inferiore sia
a quello degli Stati Uniti (2,6%) che del Giappone
(3,4%). L'UE mostra quindi dinamiche poco sostenute
soprattutto a causa dei bassi livelli di investimenti
privati. Nel 2007 soltanto la Svezia e la Finlandia hanno
superato la soglia di Lisbona del 3 per cento (Graf.21).
Dall'analisi della serie storica emerge che la Svezia ha
registrato una spesa in R&S con valori superiori al 3
per cento del Pil fin dai primi anni Novanta, mentre la
Finlandia a partire dal 1999. In graduatoria questi due
Paesi sono poi seguiti da Danimarca (2,6%), Austria
e Germania (entrambe 2,5%). Del resto, i risultati
fortemente positivi di questi Paesi sono determinati
dalla consistente presenza di imprese operanti nei
Veneto (IT)
Baden-Württemberg (DE)
settori a forte intensità di R&S17. Tali Paesi sono anche
quelli che, con Belgio, Irlanda, Malta e Lussemburgo,
Emilia-Romagna (IT)
Île de France (FR)
16 Ultimo anno per cui sono disponibili dati di fonte Eurostat di confronto
17 Svezia: industria farmaceutica, automobilistica e delle
Fonte: elab. Unioncamere del Veneto su dati Eurostat e Istat
apparecchiature delle comunicazioni; Finlandia: apparecchiature
delle telecomunicazioni; Germania: veicoli a motore; Danimarca:
Brevetti presentati all'EPO per milione di abitanti: rapporto tra il numero complessivo di richieste di brevetto depositate all'EPO
(European Patent Office) e la popolazione totale (espressa in milioni).
industria farmaceutica/bio-tecnologie e dei servizi Itc.
Come si legge la tavola: nel 2005 in Veneto i brevetti presentati all'EPO sono stati 131,6 per milione di abitanti, mentre nel 2000 erano 99,7.
Centro studi Unioncamere del Veneto
hanno raggiunto il target dei due terzi della spesa in R&S finanziata dalle imprese. Tra le principali economie
Grafico 22 - Brevetti presentati all'EPO
(richieste per milione di abitanti). Anno 2005
dell'Unione europea, l'Italia e la Spagna occupano
le posizioni di coda: il nostro Paese, con un valore
dell'indicatore pari all'1,2 per cento nel 2007 (lo stesso
dato, anche se ancora provvisorio, è stato registrato
per il 2008), appare ancora lontano dal raggiungimento
dell'obiettivo di Lisbona. Il Veneto invece presenta
un valore inferiore a quello nazionale (0,8%). Nelle
ultime posizioni della graduatoria europea si collocano
i Paesi di recente adesione, tra cui Cipro, Slovacchia,
Bulgaria e Romania, che nel 2007 hanno registrato un
valore pari allo 0,5 per cento. Dall'analisi della serie
storica si nota come per molti Stati gli investimenti
in R&S stanno divenendo una priorità: nell'arco di
poco meno di un decennio (2000-2007) nella maggior
parte dei Paesi europei la percentuale di spesa in
R&S sul Pil è risultata in crescita. Tuttavia, la generale
performance è rimasta pressoché deludente, anche a
causa della recente crisi economico-finanziaria, e la
spesa in ricerca e sviluppo dell'UE27 tra il 2000 e il
2007 è rimasta complessivamente invariata. In Italia
e in Veneto gli investimenti sono rimasti pressoché
stabili (+0,1 e +0,3 punti percentuali).
Fonte: elab. Unioncamere del Veneto su dati Eurostat e Istat
Considerando il numero di richieste di brevetti
INNOVAZIONE E RICERCA
presentati all'EPO (European Patent Office) in
Tavola 23 - Occupazione nel settore manifatturiero ad alta e medio-alta tecnologia
rapporto al totale della popolazione (espressa in
(Inc. % sul totale occupati). Anni 1998, 2004 e 2008
milioni), che rappresenta una misura della creazione
di conoscenza in tecnologie a rapido sviluppo e
l'attività innovativa di un Paese, l'UE27 mostra una
variabilità elevatissima, che rispecchia in buona parte
una dicotomia tra i Paesi dell'Unione europea a 15 e
quelli di recente ingresso. Nel 200518 la Romania ha
presentato in media circa un brevetto per milione di
abitanti contro i 283 della Germania (Graf.22). Sempre
nel 2005 l'indice di intensità brevettuale per la media
dell'Unione europea è risultato pari a circa 106 brevetti
per milione di abitanti. Nell'ambito dell'UE15 emergono
nettamente i Paesi scandinavi, quelli del Nord Europa e
la Germania. L'Italia, con circa 82 brevetti per milione di
abitanti, si colloca invece al di sotto della media europea
subito dopo il Regno Unito (87,6 brevetti). Nello stesso
Veneto (IT)
Baden-Württemberg (DE)
anno in Veneto sono stati presentati 131,6 brevetti
ogni milione di abitanti, un valore superiore a quello
Emilia-Romagna (IT)
Île de France (FR)
della media nazionale, della Francia e del Regno Unito.
Nell'analisi di lungo periodo emerge invece un'anomalia:
durante un quinquennio l'indicatore si è ridotto in
Fonte: elab. Unioncamere del Veneto su dati Eurostat
Occupazione nel settore manifatturiero ad alta e medio-alta tecnologia (Inc. % sul totale occupati): rapporto tra gli occupati
alcuni dei Paesi a maggiore intensità brevettuale ed
nel comparto manifatturiero ad alta e medio alta tecnologia rispetto agli occupati totali. In riferimento alla classificazione
internazionale NACE sono stati considerati i seguenti settori: chimica (DG24), macchine ed apparecchi meccanici
(DK29), macchine per ufficio (DL30), macchine ed apparecchi elettrici (DL31), telecomunicazioni e relativi apparecchi
(DL32), strumenti di precisione (DL33), autoveicoli (DM34), altri mezzi di trasporto (navali, aerospaziali ecc.) (DM35).
18 Ultimo anno per cui sono disponibili dati certi e completi di fonte
L'indicatore fornisce informazioni circa il peso del comparto manifatturiero maggiormente interessato da attività innovative.
Come si legge la tavola: nel 2008 in Veneto gli occupati nel comparto manifatturiero ad alta e medio alta tecnologia erano il 10,5%
Eurostat per questo indicatore.
degli occupati totali, nel 1998 erano il 9,7%.
Centro studi Unioncamere del Veneto
è aumentato in quasi tutti gli altri, con l'effetto di mantenere sostanzialmente invariato l'indicatore a
Grafico 23 - Occupazione nel settore manifatturiero ad alta e medio-
alta tecnologia (Inc. % sul totale occupati).
livello comunitario. In particolare, Finlandia, Regno
Anno 2008
Unito e Paesi Bassi hanno ridotto in media le loro
richieste all'EPO rispetto al 2000 rispettivamente di
circa 28, 14 e 9 unità. Sul versante opposto il Veneto
ha invece significativamente incrementato il numero di
brevetti presentati (quasi +32 richieste per milione di
abitanti). Anche l'Italia mostra una buona performance,
richiedendo quasi 12 brevetti in più per milione di
abitanti rispetto a cinque anni prima.
Per sviluppare l'economia della conoscenza è
necessario favorire anche l'aumento del contenuto
tecnologica è infatti una componente indispensabile
per la formazione del valore aggiunto nei settori
high tech. Il numero di occupati nel settore
manifatturiero ad alta e medio-alta tecnologia
fornisce informazioni riguardo al peso del comparto
manifatturiero maggiormente interessato da attività
innovative nell'industria19. Dal confronto con i
19 Della classificazione internazionale NACE Rev.1.1 sono stati consi-
derati i seguenti settori: chimica (DG24), macchine ed apparecchi
meccanici (DK29), macchine per ufficio (DL30), macchine e apparec-
chi elettrici (DL31), telecomunicazioni e relativi apparecchi (DL32),
strumenti di precisione (DL33), autoveicoli (DM34), altri mezzi di
Fonte: elab. Unioncamere del Veneto su dati Eurostat
trasporto (DM35).
INNOVAZIONE E RICERCA
precedenti indicatori emerge che alcuni Paesi europei
Tavola 24 - Occupazione nel settore dei servizi ad alta tecnologia (Inc. % sul totale
– Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Slovenia e
occupati). Anni 1998, 2004 e 2008
Italia – che si trovavano nelle ultime posizioni della
graduatoria per spesa in R&S sul Pil o per numero di
brevetti registrano rilevanti percentuali di addetti nelle
imprese manifatturiere ad alta tecnologia. In Italia
tale quota sul totale degli occupati raggiunge nel 2008
il 7,3 per cento, collocando il nostro Paese in sesta
posizione nella graduatoria europea. Il Veneto, con
un valore del 10,5 per cento, occupa la più elevata
percentuale di occupati nel settore manifatturiero
ad alto e medio-alto contenuto tecnologico, dopo la
Repubblica Ceca e la Germania (Graf.23). Nell'analisi
di lungo periodo (1998-2008) l'indicatore diminuisce in
quasi tutti i Paesi dell'Unione europea, mentre in Italia
rimane stabile (-0,3 punti percentuali). Il Veneto
invece, insieme ad altri sette Paesi membri20, registra
Veneto (IT)
una crescita, pari a circa un punto percentuale. Da
Baden-Württemberg (DE)
questa analisi emerge quindi che, in generale, la
Emilia-Romagna (IT)
manifattura veneta si è sviluppata su prodotti di fascia
Île de France (FR)
media, caratterizzati da un'alta specializzazione e da
elevate competenze tecniche ma non tecnologiche.
Fonte: elab. Unioncamere del Veneto su dati Eurostat
Anche i servizi ad alta tecnologia forniscono
Occupazione nel settore dei servizi ad alta tecnologia (Inc. % sul totale occupati): rapporto tra gli occupati nel comparto dei servizi ad
alta tecnologia e gli occupati totali. In riferimento alla classificazione internazionale NACE sono stati considerati i seguenti settori: poste
e telecomunicazioni (I64), informatica e attività connesse (K72), ricerca e sviluppo (K73).
I servizi ad alta tecnologia, nella misura in cui sono diretti alle imprese dei diversi settori economici, forniscono strumenti attraverso cui
20 Slovacchia, Repubblica Ceca, Finlandia, Lettonia, Estonia, Ungheria
è possibile aumentare la produttività e supportare la diffusione dell'innovazione, in particolare quella basata sull'ICT.
Come si legge la tavola: nel 2008 in Veneto gli occupati nel comparto dei servizi ad alta tecnologia erano il 2,6% degli occupati totali,
nel 1998 erano il 2,1%.
Centro studi Unioncamere del Veneto
strumenti attraverso cui è possibile aumentare la produttività e supportare la diffusione dell'innovazione,
Grafico 24 - Occupazione nel settore dei servizi ad alta tecnologia
(Inc. % sul totale occupati). Anno 2008
in particolare quella basata sull'ICT. Nel 2008 in
Italia gli occupati nel comparto dei servizi ad
alta tecnologia21 hanno raggiunto il 3,2 per cento
del totale occupati, valore ben lontano dalle quote
registrate nei Paesi più avanzati dove vi è una
generale tendenza allo spostamento delle attività dal
comparto dell'industria a quello dei servizi (Graf.24).
Ai vertici della graduatoria troviamo infatti la Svezia,
che nel terziario ad alto contenuto tecnologico ha
assorbito nel 2008 il 5,1 per cento del totale occupati,
seguita dalla Finlandia (4,9%) e dai Paesi Bassi
(4,3%). Il Veneto registra invece una performance
peggiore rispetto a quella nazionale: con un valore
dell'indicatore pari al 2,6 per cento si posiziona in
ventesima posizione al pari di Estonia, Lettonia, e
Polonia. Nell'arco dell'ultimo decennio nel settore dei
servizi ad alta tecnologia si evidenzia tuttavia una
tendenza occupazionale decisamente migliore e più
ottimista rispetto a quella del settore manifatturiero
ad alto e medio-alto contenuto tecnologico: tra il 1998
e il 2008 quasi tutti i Paesi europei hanno registrato
21 Della classificazione internazionale NACE sono stati considerati i
seguenti settori: poste e telecomunicazioni (I64), informatica e
Fonte: elab. Unioncamere del Veneto su dati Eurostat
attività connesse (K72), ricerca e sviluppo (K73).
INNOVAZIONE E RICERCA
una crescita dell'indicatore fino a un massimo di un punto
importanti segnali di dinamicità evidenziati nel campo della ricerca
percentuale. Le uniche eccezioni sono rappresentate dall'Estonia,
tecnologica, l'Italia rappresenta un tipico esempio di "innovazione
la Slovacchia, la Lituania e la Repubblica Ceca, dove nel periodo
senza ricerca", e il Veneto ne è il caso più emblematico. A tal
1998-2008 l'incidenza gli occupati dei servizi ad alta tecnologia
proposito sarebbe quindi più utile individuare degli indicatori che
sul totale occupati è rimasta stabile. Non hanno invece subìto
vadano oltre la ricerca tecnologica in senso stretto per allargarsi al
alcun cambiamento Romania e Irlanda: in questi Paesi le perdite
concetto di innovazione e creatività.
occupazionali del settore dei servizi ad alta tecnologia registrate
per l'anno 2004 sono state recuperate nel corso del 2008, quando
la quota ha raggiunto nuovamente il valore del 1998 (Tab.24).
Per quanto riguarda l'Italia e il Veneto, le assunzioni nel settore
terziario ad alta tecnologia sono rimaste stazionarie (l'indicatore è
aumentato di +0,5 punti percentuali).
In generale, questa analisi sulla ricerca e l'innovazione conferma
la caratterizzazione innovativa e flessibile ma a bassa intensità
tecnologica del sistema produttivo italiano e veneto. Tuttavia, è
anche vero che gran parte della ricerca e dell'innovazione che viene
prodotta nel nostro territorio ha carattere informale e dunque può
sfuggire alle rilevazioni statistiche basate su indici oggettivi e con
definizioni rigorose e talvolta limitanti. Gli indicatori fin qui utilizzati
permettono infatti una comparazione oggettiva del fenomeno e
offrono una misura della competitività tecnologica e dell'innovazione,
ma non sono esaustivi. L'Italia e il Veneto, come altri Paesi dell'UE,
sono invece caratterizzati da imprese di piccole dimensioni e da una
specializzazione in settori a bassa tecnologia; l'attività innovativa
tende quindi ad essere sottostimata. Nonostante infatti recenti
Centro studi Unioncamere del Veneto
Brevetti presentati all'EPO (European Patent Office). Richieste per milione di abitanti. Confronto con la regione Veneto. Anno 2006
Minimum value: 0.0010
Maximum value: 5.689
INNOVAZIONE E RICERCA
5. IL VENETO E LE
Grafico 25 - Densità abitativa (ab/kmq). Anno 2008
Île de France (FR)
Baden-Württemberg (DE)
I risultati del Veneto raggiunti in termini di innovazione e
sviluppo demografico, economico e occupazionale, analizzati fin
qui, evidenziano come la regione sia una delle aree più forti e
dinamiche nell'Unione europea. Di seguito viene presentato
Emilia-Romagna (IT)
un confronto tra il Veneto, due regioni italiane (Lombardia ed
Emilia-Romagna) e altre sei regioni europee (Baden-Württemberg,
Bayern, Cataluña, Île de France, South East e Stockholm), che per
Fonte: elab. Unioncamere del Veneto su dati Eurostat
condizioni demografiche, economiche e sociali rappresentano le nostre competitor all'interno dell'Unione europea.
Grafico 26 - Popolazione residente (Var. % 1998-2008)
In termini di popolazione residente, nel 2008 il Veneto
con quasi 5 milioni di abitanti è risultato tra le regioni meno
popolose tra quelle prese in considerazione, è seguito infatti solo
Emilia-Romagna (IT)
da Emilia-Romagna e Stockholm. Il Bayern, l'Île de France e il
Baden-Württemberg hanno invece totalizzato nello stesso anno
una popolazione superiore ai 10 milioni (Tav.2). La variazione
Île de France (FR)
percentuale demografica dell'ultimo decennio, sebbene sia stata
positiva in tutte le regioni europee del confronto, evidenzia una
particolare tendenza: le regioni europee più popolose mostrano
Baden-Württemberg (DE)
una crescita demografica più lenta. Nell'ultimo decennio infatti la
popolazione veneta è cresciuta più rapidamente (+9,4%) rispetto
Fonte: elab. Unioncamere del Veneto su dati Eurostat
Centro studi Unioncamere del Veneto
a quella delle due regioni tedesche, che hanno registrato un incremento demografico di poco superiore al +3 per cento ma
Grafico 27 - Popolazione residente con età >=65 anni
(Inc. % sul totale). Anno 2008
inferiore alla media europea (+3,8%) e a quella dell'Île de France
Emilia-Romagna (IT)
(+7,3%) (Graf.26). Inoltre nel 2008 il Veneto, con 265,5 abitanti
per kmq, pur posizionandosi al quarto posto nella graduatoria dei
Paesi europei, è superato a livello regionale dalla maggior parte
dei territori considerati, anche se il valore dell'indicatore rimane
largamente al di sopra della media europea (113,4 ab/kmq)
Baden-Württemberg (DE)
Nell'analisi della composizione demografica per fascia di età il
Veneto si caratterizza per un'elevata percentuale di persone in
età pari o superiore ai 65 anni sul totale della popolazione: nel
Fonte: elab. Unioncamere del Veneto su dati Eurostat
2008 il 19,7 per cento della popolazione residente nella regione è costituito da anziani. L'invecchiamento della popolazione è
Grafico 28 - Tasso di natalità. Anni 1997 e 2007
un fenomeno che riguarda particolarmente il nostro Paese: in
Île de France (FR)
questo confronto regionale a livello europeo le tre regioni italiane
considerate mostrano infatti i valori più elevati (Graf.27). Il Veneto
tuttavia ha evidenziato per il 2008 una percentuale leggermente
inferiore rispetto a quella dell'Emilia-Romagna (22,5%) e della
Lombardia (19,9%). Le regioni che hanno invece presentato una
Emilia-Romagna (IT)
quota inferiore alla media europea (17%) sono state la Cataluña
(16,6%) e la contea di Stockholm (14,4%). Nel decennio 1998-
Baden-Württemberg (DE)
2008 tale indicatore è cresciuto soprattutto nelle regioni tedesche (nel Baden-Württemberg di +4 punti percentuali e nel Bayern
Fonte: elab. Unioncamre del Veneto su dati Eurostat e Istat
di +3,6) e in Lombardia (+2,7). In Veneto, invece, la quota
IL VENETO E LE REGIONI EUROPEE
di persone con almeno 65 anni sul totale della popolazione è
Grafico 29 - Pil a parità di potere d'acquisto per abitante
aumentata nel periodo considerato di +2,2 punti percentuali. Per
(valori in euro, PPS). Anno 2007
quanto riguarda i giovani, in Veneto nel corso dell'ultimo decennio
Île de France (FR)
la percentuale delle persone nella fascia di età 0-14 anni sul totale
della popolazione è crescita di quasi un punto percentuale, in
linea con la variazione delle altre due regioni italiane e di quella
della Cataluña. Mentre le regioni tedesche prese in considerazione
Baden-Württemberg (DE)
Emilia-Romagna (IT)
hanno registrato una flessione dell'indicatore di oltre due punti
L'andamento della composizione demografica per fascia di età
si riflette anche nel tasso di natalità: tra il 1997 e il 2007 tale
indicatore si è ridotto di oltre due punti percentuali per il Baden-
Fonte: elab. Unioncamere del Veneto su dati Eurostat
Wüttemberg e per il Bayern, mentre in Veneto rispetto al 1997 il
numero di nati ogni mille abitanti è cresciuto di quasi un punto e
Grafico 30 - Pil in milioni di euro PPS. Anno 2007
in Emilia-Romagna di quasi due punti (Tav.4). Nel 2007 in Veneto
Île de France (FR)
sono nati circa 10 bambini ogni mille abitanti, un valore che non
si discosta molto da quello registrato dall'Emilia-Romagna e dalla
Baden-Württemberg (DE)
Lombardia. Superiore al 10 per mille è stato invece il tasso di natalità
della Cataluña, della contea di Stockholm e dell'Île de France. Il
Baden-Württemberg e il Bayern hanno invece registrato entrambi
nel 2007 un tasso di natalità pari all'8,6 per mille (Graf.28). Del
resto, l'andamento delle regioni tedesche conferma la generale
Emilia-Romagna (IT)
inflessione demografica che sta affliggendo la Germania.
Nell'arco di un decennio (1997-2007) il tasso di mortalità si è
100.000 200.000 300.000 400.000 500.000 600.000
ridotto in tutte le regioni europee del confronto, anche se nel 2007
Fonte: elab. Unioncamere del Veneto su dati Eurostat
Centro studi Unioncamere del Veneto
le regioni italiane hanno registrato i valori più elevati per questo
Grafico 31 - Reddito disponibile per abitante (valori in euro, PPCS). Anno 2006
indicatore. In particolare, in Veneto sono stati registrati 9,1 decessi
ogni mille abitanti. Tuttavia, progressi nelle condizioni economico-
Île de France (FR)
sociali di un Paese e migliori stili di vita possono incrementare la
Baden-Württemberg (DE)
vita media degli individui di una determinata area geografica. In
Emilia-Romagna (IT)
termini di speranza di vita alla nascita nel 2008 in Veneto le
donne (85 anni) hanno registrato una vita media più lunga rispetto
agli uomini (79,2 anni), in linea con la tendenza osservata nelle
altre regioni europee del confronto.
In riferimento al Pil pro capite in parità di potere d'acquisto
(PPA), si era già evidenziato come nel 2007 il Veneto, con più di
30 mila euro per abitante, fosse per ricchezza simile all'Austria,
Fonte: elab. Unioncamere del Veneto su dati Eurostat
alla Svezia e alla Danimarca (Graf.7). Dal confronto regionale
europeo emerge invece che nel 2007 il Pil pro capite del Veneto
Grafico 32 - Tasso di occupazione 15-64 anni. Anno 2008
misurato in PPA, seppur superiore alla media nazionale (25.800
euro per abitante) ed europea (circa 25 mila euro), è inferiore a
quello di tutte le altre regioni europee analizzate (Graf.29). Con
Baden-Württemberg (DE)
una differenza di oltre 10 mila euro pro capite superano la nostra
regione l'Île de France (42 mila euro) e la contea di Stockholm (41
Emilia-Romagna (IT)
mila). Inoltre, considerando la variazione percentuale del Pil pro
capite tra il 1997 e il 2007, le regioni italiane hanno sperimentato
Île de France (FR)
la crescita economica più contenuta (pari a circa il +30%)
rispetto alle altre regioni europee del confronto, che hanno invece
accresciuto più marcatamente la loro ricchezza. In particolare,
merita attenzione la variazione percentuale del Pil pro capite della
Fonte: elab. Unioncamere del Veneto su dati Eurostat
IL VENETO E LE REGIONI EUROPEE
Calaluña, che nel decennio è aumentato di circa il +65 per cento,
Grafico 33 - Tasso di occupazione femminile 15-64 anni.
la crescita maggiore osservata tra le regioni del confronto e più
Anno 2008
che doppia rispetto a quella del Veneto.
In termini di reddito prodotto espresso in standard di potere
d'acquisto, nel confronto con i Paesi dell'UE27 il Veneto ha
Baden-Württemberg (DE)
evidenziato un valore di poco inferiore a quella di Finlandia ed
Île de France (FR)
Irlanda e superiore a ben nove Stati membri. Tuttavia nel confronto
con le principali regioni europee competitor la nostra regione,
Emilia-Romagna (IT)
con 145,5 miliardi di euro a prezzi correnti, è seguito solo dalla
contea di Stockholm e dall'Emilia-Romagna (Graf.30). Nel 2007
l'Île de France ha invece registrato un valore aggiunto più che
triplo rispetto a quello del Veneto e pari a 488,6 miliardi di euro,
Fonte: elab. Unioncamere del Veneto su dati Eurostat
seguito dalle regioni tedesche (il Bayern con circa 424 miliardi di euro e il Baden-Württemberg con 350 miliardi).
Grafico 34 - Tasso di occupazione 55-64 anni. Anno 2008
La stessa situazione viene evidenziata dal confronto con il
reddito disponibile pro capite: nel 2006 con più di 16 mila
euro per abitante la Cataluña, la contea di Stockholm e il Veneto
Baden-Württemberg (DE)
hanno mostrato i valori più bassi tra le regioni europee considerate,
mentre l'Île de France si conferma la regione europea più ricca
(oltre 20 mila euro per abitante) (Graf.31). Nel periodo 2000-2006
Île de France (FR)
l'Île de France è risultata anche la regione europea tra quelle di
Emilia-Romagna (IT)
confronto in cui il reddito disponibile per abitante è cresciuto in
maniera più sostenuta (+23,6%).
Per esaminare la situazione del Veneto nel contesto regionale
Fonte: elab. Unioncamere del Veneto su dati Eurostat
europeo è inoltre necessario valutare i progressi compiuti dalla
Centro studi Unioncamere del Veneto
regione rispetto agli obiettivi fissati dalla Strategia di Lisbona.
Grafico 35 - Tasso di disoccupazione. Anno 2008
Sebbene infatti l'Italia, come molti altri Paesi in Unione europea, sia ancora piuttosto lontana dai target di Lisbona, all'interno dei
confini nazionali il Veneto risulta vicino ai traguardi fissati per il
Île de France (FR)
Nel 2008 il tasso di occupazione del Veneto, pari al 66,4 per
cento, è risultato superiore alla media europea (65,9%), come per
tutte le altre regioni europee qui considerate, ma ha registrato il
Baden-Württemberg (DE)
valore più basso del confronto (Graf.32). Dall'analisi emerge inoltre
che solo cinque regioni superano la soglia del 70 per cento stabilita
a Lisbona e rinnovata al 75 per cento dalla strategia
Emilia-Romagna (IT)
Europa 2020.
In particolare, ai vertici di questa comparazione regionale europea
Fonte: elab. Unioncamere del Veneto su dati Eurostat
troviamo la contea di Stockholm, la cui popolazione nel 2008 è risultata occupata per il 77 per cento, il South East con il 76 per
Grafico 36 - Tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni).
cento, le due regioni tedesche con circa il 75 per cento ed infine
Anno 2008
l'Emilia-Romagna, che con un tasso di occupazione pari al 70,2 per
Île de France (FR)
cento è riuscita a centrare l'obiettivo di Lisbona. Rispetto al 2000
le uniche regioni europee del confronto che hanno registrato una
flessione del tasso di occupazione sono state il South East (-1,2
punti percentuali tra il 2000 e il 2008) e la contea di Stockholm
Emilia-Romagna (IT)
(-0,9 punti) (Tav.11). Sul versante opposto, Lombardia e Cataluña,
con un tasso occupazionale nel 2008 pari rispettivamente al 67 e
Baden-Württemberg (DE)
69,9 per cento, hanno mostrato l'incremento più significativo del
confronto e pari per entrambe a +5,9 punti percentuali rispetto al
2000. Anche il Veneto, a differenza della deludente performance
Fonte : elab. Unioncamere del Veneto su dati Eurostat
IL VENETO E LE REGIONI EUROPEE
del 2008, ha registrato nel periodo considerato una sostenuta
Grafico 37 - Tasso di disoccupazione femminile. Anno 2008
crescita dell'indicatore: il tasso di occupazione è infatti cresciuto di +4,3 punti percentuali.
Nonostante la maggior partecipazione femminile al mercato del
Île de France (FR)
lavoro di questi ultimi anni, nel 2008 la percentuale di donne
occupate in Veneto sul totale della popolazione femminile è stata
soltanto del 55,5 per cento, lontana dalla media europea (59%)
e dall'obiettivo di Lisbona (60%), che è stato invece conseguito
Baden-Württemberg (DE)
dall'Emilia-Romagna (62,1%) (Graf.33). Per quanto riguarda invece
le regioni estere esaminate, nel 2008 tutte hanno superato la media
Emilia-Romagna (IT)
europea e la soglia del 60 per cento. In particolare, la contea di
Stockholm ha registrato un tasso di occupazione femminile pari
Fonte: elab. Unioncamere del Veneto su dati Eurostat
al 75,1 per cento. Rispetto al 2000, l'indicatore è diminuito nella contea di Stockholm (-3 punti percentuali) ed è rimasto stabile
Grafico 38 - Tasso di disoccupazione di lunga durata.
nel South East. In tutte le altre regioni del confronto si è invece
Anno 2008
verificato un incremento, più marcato in Cataluña (+10,8 punti)
Île de France (FR)
e Lombardia (+8,4 punti). Il Veneto, nonostante nel 2008 abbia
Baden-Württemberg (DE)
registrato un basso tasso di occupazione femminile, ha evidenziato
un aumento dell'indicatore di quasi +7 punti percentuali rispetto
al 2000 (Tav.12).
Emilia-Romagna (IT)
Per quanto riguarda il tasso di occupazione nella fascia
di età 55-64 anni la contea di Stockholm, il South East e le
regioni tedesche mostrano i valori più elevati fra le regioni europee
considerate, come del resto per tutti gli altri indicatori occupazionali,
e, insieme alla Cataluña, superano anche la soglia dell'obiettivo di
Fonte: elab. Unioncamere del Veneto su dati Eurostat
Centro studi Unioncamere del Veneto
Lisbona del 50 per cento. Nel 2008 in Veneto il 32,2 per cento
Grafico 39 - Tasso di attività della popolazione in età 15-64 anni.
delle persone con età compresa tra i 55 e i 64 anni era occupato,
Anno 2008
valore superiore solo alla Lombardia, lontano dalla media europea
(45,6%) e dall'obiettivo di Lisbona. Rispetto al 2000 il Veneto ha
tuttavia registrato un incremento di +6,5 punti percentuali nella
quota di persone occupate in età avanzata (Tav.13). Le altre regioni
Baden-Württemberg (DE)
italiane e alcune di quelle estere hanno invece sperimentato una
crescita più sostenuta. In particolare nel Baden-Württemberg e nel
Île de France (FR)
Bayern il tasso di occupazione nella fascia di età tra i 55 e i 64 anni
Emilia-Romagna (IT)
è cresciuto di circa +16 punti percentuali rispetto al 2000.
Nonostante le deboli performance occupazionali, il tasso di
disoccupazione del Veneto è risultato costantemente al di sotto
Fonte: elab. Unioncamere del Veneto su dati Eurostat
del livello italiano e uno dei più bassi in ambito europeo. Nel 2008 il 3,5 per cento della forza lavoro era in cerca di occupazione, valore in
Grafico 40 - Popolazione di età compresa tra 25 e 64 anni con
istruzione terziaria (Inc. % sul totale). Anno 2008
linea con quello registrato in Emilia-Romagna (3,2%) e in Lombardia (3,7%) (Graf.35). La Cataluña e l'Île de France si posizionano invece
oltre la media europea (7%), registrando per l'anno 2008 un tasso
Île de France (FR)
di disoccupazione pari rispettivamente al 9 e 7,2 per cento. Rispetto
al 2000 in tutte le nove regioni europee considerate la quota dei
Baden-Württemberg (DE)
disoccupati sulla forza lavoro è leggermente aumentata o rimasta
stabile. Nella contea di Stockholm si è registrata la crescita più
Emilia-Romagna (IT)
marcata (+2 punti percentuali).
Anche il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) del
Veneto è tra i più bassi a livello europeo (Graf.36): nel 2008 la
Fonte: elab. Unioncamere del Veneto su dati Eurostat
regione ha segnato una disoccupazione per i giovani pari al 10,7
IL VENETO E LE REGIONI EUROPEE
per cento, valore inferiore alla media europea (15,6%). Il Bayern
Grafico 41 - Popolazione di età compresa tra 25 e 64 anni che ha
e il Baden-Württemberg sono riusciti ad assorbire nel mercato del
partecipato alla formazione permanente
(Inc. % sul totale). Anno 2008
lavoro ancora più giovani ed il loro tasso di disoccupazione si è
attestato nel 2008 a circa il 6 per cento. Valori superiori al 18 per
cento sono stati invece conseguiti dalla Cataluña, dall'Île de France
Baden-Württemberg (DE)
e dalla contea di Stockholm. Nel periodo 2000-2008 il Veneto
ha registrato un aumento del tasso di disoccupazione giovanile
pari a +1,2 punti percentuali, mentre nelle altre regioni italiane
Île de France (FR)
del confronto l'indicatore è leggermente diminuito (Lombardia
Emilia-Romagna (IT)
-0,6 punti percentuali, Emilia-Romagna -1 punti). La contea di
Stockholm ha invece sperimentato le difficoltà maggiori in termini
di inclusione lavorativa degli individui tra i 15 e i 24 anni: nel 2008 il
Fonte: elab. Unioncamere del Veneto su dati Eurostat
tasso è aumentato di quasi +12 punti percentuali rispetto al 2000.
Nel 2008 il Veneto ha registrato una bassa percentuale
Grafico 42 - Spesa in R&S (in % sul Pil). Anno 2005
di donne disoccupate pari al 5,2 per cento della forza lavoro
femminile, valore inferiore a quello dell'Île de France (6,5%) e
Baden-Württemberg (DE)
in linea con la contea di Stockholm (5,3%), mentre tra le regioni
Île de France (FR)
europee oggetto del confronto solo la Cataluña (9%) ha superato la
media europea (7,5%) (Graf.37). Nel 2008 il South East, con il 4,1
per cento della forza lavoro femminile in stato di disoccupazione, ha
registrato un valore analogo a quello dell'Emilia-Romagna (4,3%).
Emilia-Romagna (IT)
Nel periodo 2000-2008 quasi tutte le regioni considerate hanno
visto una diminuzione del tasso di disoccupazione femminile, in
particolare il Veneto ha registrato il calo più modesto e pari a
circa un punto percentuale (Tav.16).
Fonte: elab. Unioncamere del Veneto su dati Eurostat
Centro studi Unioncamere del Veneto
Nel 2008 il tasso di disoccupazione di lunga durata del
Grafico 43 - Brevetti presentati all'EPO
Veneto, pari al 31,4 per cento, è risultato inferiore alla media
(richieste per milione di abitanti). Anno 2005
europea (37,2%), ma non il più basso del confronto. Nella contea
Baden-Württemberg (DE)
di Stockholm la percentuale di disoccupati da più di dodici mesi
sul totale delle persone in cerca di occupazione si è attestata al
14,2 per cento, in Cataluña al 16,9 per cento e in South East al
Île de France (FR)
17,6 per cento (Graf.38). Il Bayern, l'Île de France e il Baden-
Emilia-Romagna (IT)
Württemberg hanno invece registrato per l'anno 2008 livelli di
disoccupazione di lunga durata superiori al 40 per cento. Nel
periodo 2000-2008 il Veneto figura tra quelle regioni che non
sono riuscite a contrastare la disoccupazione di lunga durata:
la regione, insieme all'Emilia-Romagna e all'Île de France, ha
Fonte: elab. Unioncamere del Veneto su dati Eurostat e Istat
infatti registrato un aumento del tasso. La Cataluña invece ha sperimentato nel corso degli ultimi anni la riduzione più
Grafico 44 - Occupazione nel settore manifatturiero ad alta e medio-
alta tecnologia (Inc. % sul totale occupati). Anno 2008
significativa (-27,4 punti percentuali).
Nel 2008 il Veneto ha registrato un basso tasso di attività
Baden-Württemberg (DE)
(68,9%), collocandosi al di sotto della media europea (70,9%)
(Graf.39). Dall'analisi fin qui svolta si evince quindi che la nostra
Emilia-Romagna (IT)
regione è caratterizzata da un basso tasso di disoccupazione ma
anche da una debole partecipazione al mercato del lavoro. Seguono
le altre regioni italiane del confronto, mentre tra le regioni estere
Stockholm con l'81,3 per cento, il South East con il 79,4 per cento
Île de France (FR)
e il Bayern con il 78,4 per cento raggiungono i valori più elevati.
Tra il 2000 e il 2008 il tasso di attività del South East è rimasto
pressoché stazionario (-0,6 punti percentuali), mentre nello stesso
Fonte: elab. Unioncamere del Veneto su dati Eurostat
IL VENETO E LE REGIONI EUROPEE
periodo il Veneto, la Cataluña, il Bayern e il Baden-Württemberg
Grafico 45 - Occupazione nel settore dei servizi ad alta tecnologia
hanno registrato una crescita modesta.
(Inc. % sul totale occupati). Anno 2008
La conoscenza è lo strumento attraverso cui la Strategia di
Lisbona (prima) ed Europa 2020 (oggi) mirano a creare nuovi e
migliori posti di lavoro e ad aumentare la produttività del lavoro
Île de France (FR)
per una crescita economica più competitiva e sostenibile. A tal
fine la percentuale di popolazione tra i 25 e i 64 anni con
istruzione terziaria sul totale della popolazione della medesima
Baden-Württemberg (DE)
fascia di età si rileva un indicatore utile per individuare la diffusione
di competenze di alto livello all'interno di un territorio. Nel 2008
Emilia-Romagna (IT)
il Veneto è risultato la regione europea del confronto con la più
bassa incidenza di persone laureate (12,9%) (Graf.40). Valori non
Fonte: elab. Unioncamere del Veneto su dati Eurostat
molto differenti sono stati individuati anche per le altre regioni italiane del confronto: nel 2008 in Lombardia e in Emilia-Romagna
contea di Stockholm la quota di persone con formazione terziaria
circa il 15-16 per cento della popolazione aveva concluso un
è aumentata solo di +1,7 punti percentuali.
percorso di alta formazione. A registrare i valori più elevati del
La percentuale di popolazione (25-64 anni) che ha
confronto sono state invece le regioni del Nord Europa, Stockholm
partecipato alla formazione permanente è un altro
e South East, con rispettivamente il 40,2 e il 34,5 per cento della
indicatore utilizzato dalla Commissione europea per misurare
popolazione che ha conseguito un titolo di istruzione terziaria, e
il livello di conoscenza degli adulti. L'istruzione durante tutto il
l'Île de France (38,3%). Le regioni che partivano da un basso
corso della vita è un mezzo attraverso cui gli adulti riqualificano
livello di partecipazione a corsi di alta formazione hanno però
le proprie competenze e aumentano la propria produttività per
vissuto recentemente gli incrementi più sostenuti: tra il 2000 e
riorientarsi professionalmente su un mercato del lavoro in costante
il 2008 l'indicatore in Emilia-Romagna e in Lombardia è cresciuto
mutamento. La Strategia di Lisbona aveva stabilito che entro il
di circa +8 punti percentuali, seguono il South East (+6,8 punti)
2010 il 12,5 per cento della popolazione in età tra i 25 e i 64
e il Veneto (+6,4 punti). Viceversa, nello stesso periodo nella
anni doveva essere coinvolta in un corso di studio o di formazione
Centro studi Unioncamere del Veneto
professionale. Tuttavia, in termini di apprendimento lungo tutto il
Veneto è la regione che investe meno in R&S rispetto alle altre
corso della vita le regioni italiane del confronto registrano valori
regioni europee del confronto e la sua percentuale di spesa sul Pil è
inferiori sia alla media europea (9,3%) sia alla soglia di Lisbona
addirittura inferiore all'1 per cento. Seguono le altre regioni italiane
(Graf.41). In particolare, nel 2008 in Veneto solo il 6,5 per cento
che, insieme alla Cataluña, detengono comunque una percentuale
della popolazione tra i 25 e i 64 anni di età ha partecipato a corsi
di spesa inferiore alla media europea (1,8%) e anche all'obiettivo
di formazione ed istruzione nelle quattro settimane precedenti
di Lisbona. Nel 200522 il South East e il Bayern hanno superato
la rilevazione. Dall'analisi emerge inoltre un marcato distacco
la spesa in R&S sul Pil effettuata in media dagli Stati membri,
tra le percentuali della contea di Stockholm e del South East e
mentre Stockholm, il Baden-Württemberg e l'Île de France hanno
quelle delle altre regioni del confronto: nel 2008 le prime hanno
raggiunto e oltrepassato il target del 3 per cento. L'analisi del medio
infatti sperimentato alti tassi di partecipazione alla formazione
periodo (2000-2005) rileva invece che in Veneto la percentuale
permanente e pari rispettivamente al 21,8 e 21,4 per cento.
di spesa in R&S sul Pil regionale è rimasta stazionaria (+0,1 punti
Stockholm e il South East superano quindi di gran lunga sia la
percentuali). La performance più significativa è stata quella del
media europea che il target di Lisbona e registrano una differenza
Baden-Württemberg, la cui spesa in R&S sul Pil è aumentata di
rispetto alle altre regioni di più di 12 punti percentuali. L'analisi
+0,4 punti percentuali rispetto al 2000.
del medio periodo evidenzia tuttavia che queste due regioni sono
Il numero di richieste di brevetti ad alta tecnologia
quelle che hanno conosciuto l'aumento meno accentuato di tale
depositate all'EPO per milione di abitanti fornisce una misura
indicatore. Il Veneto è invece caratterizzato sia da un basso livello
del grado di conoscenza tecnologica. Attraverso questo indicatore
di partecipazione alla formazione permanente che da una modesta
si evidenzia un profondo differenziale tra le regioni prese in
crescita dell'indicatore nel periodo 2000-2008.
considerazione: la Cataluña ha presentato nel 2005 circa 71 richieste
Dal 2000 la Commissione europea monitora i progressi ottenuti
ogni milione di abitanti contro i 566,5 del Baden-Württemberg
dai vari Stati membri nell'aumentare la competitività attraverso la
(Graf.43). Tuttavia, nel corso del 2005 in media in Unione europea
ricerca e l'innovazione. Uno degli strumenti d'analisi utilizzato è
sono state depositati all'EPO 106 brevetti ogni milione di abitanti. Il
la percentuale di spesa in R&S sul Pil. La Strategia di Lisbona
Veneto dimostra invece una modesta propensione alla creazione
aveva stabilito il target del 3 per cento da raggiungere entro il
22 Ultimo anno per cui sono disponibili dati regionali completi a livello europeo per
2010, che è stato riconfermato dalla strategia Europa 2020. Il
questo indicatore.
IL VENETO E LE REGIONI EUROPEE
di alta tecnologia: nello stesso anno la regione ha presentato circa
La percentuale di addetti nei servizi ad alto contenuto
132 brevetti ogni milione di abitanti, uno dei valori più bassi del
tecnologico sul totale occupati del Veneto è risultata meno
confronto regionale europeo, pur superando la media europea.
rilevante rispetto a quella per le imprese ad alta e medio-alta
Tuttavia, nel periodo 2000-2005 il Veneto ha incrementato il
tecnologia. Infatti, nel 2008 solo il 2,6 per cento degli occupati
numero di richieste all'EPO di circa +32 unità, segue il Baden-
veneti lavorava nei servizi high tech, segue l'Emilia-Romagna con
Württemberg con 71,5 brevetti in più depositati nell'arco di un
il 2,3 per cento. Sul versante opposto, la contea di Stockholm ha
quinquennio. Cinque regioni del confronto hanno invece registrato
presentato nel 2008 un'incidenza più che tripla rispetto alla nostra
una flessione dell'indicatore, in particolare la diminuzione più
regione e l'incremento maggiore del periodo 1998-2008, pari a
marcata è stata quella della contea di Stockholm (-50 brevetti ogni
+1,3 punti percentuali. Nell'arco dell'ultimo decennio il Veneto si
milione di abitanti tra il 2000 e il 2005).
è invece caratterizzato per una modesta crescita della quota degli
L'innovazione tecnologica finalizzata al settore produttivo
occupati nei servizi ad alto contenuto tecnologico (+0,5 punti).
manifatturiero e dei servizi è una componente indispensabile per la
Tra le regioni italiane quella che evidenzia la miglior performance
formazione di valore aggiunto nei comparti high tech dell'industria e
è tuttavia la Lombardia, il cui indicatore è cresciuto di un punto
del settore terziario. In particolare, in riferimento all'occupazione
percentuale tra il 1998 e il 2008.
del settore manifatturiero ad alta e medio-alta tecnologia
nel 2008 il Veneto e le altre regioni italiane considerate hanno
mostrato una situazione migliore rispetto ai precedenti indicatori
di tecnologia. Tali regioni hanno registrato una percentuale degli
occupati impiegati nei comparti manifatturieri ad alto contenuto
tecnologico sul totale di oltre il 10 per cento, precedute dal Baden-
Württemberg (18,2%) e dal Bayern (13,4%) (Graf.44). Tra il 1998
e il 2008 il Veneto è tuttavia la regione del confronto che ha
sperimentato la crescita più sostenuta di tale indicatore e pari a
quasi un punto percentuale.
Centro studi Unioncamere del Veneto
Elenco delle 1. Popolazione
Tavola 1. Superficie, popolazione residente e densità abitativa. Anni 1998 e 2008 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Tavola 2. Popolazione residente (in migliaia). Anni 1998, 2003 e 2008 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11Tavola 3. Popolazione residente per età (Inc. % sul totale). Anni 1998 e 2008 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13Tavola 4. Tasso di natalità e di mortalità. Anni 1997, 2007 e 2008 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15Tavola 5. Speranza di vita alla nascita. Anni 1998 e 2008 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17Tavola 6. Incidenza della popolazione straniera (valori percentuali). Anni 1997, 2003 e 2007 . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19
2. Contesto economico
Tavola 7. Pil a parità di potere d'acquisto per abitante (valori in euro, PPS). Anni 1997, 2004 e 2007 . . . . . . . . . . . . . . . . 21Tavola 8. Pil in milioni di euro PPS. Anni 1997, 2004 e 2007 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 23Tavola 9. Tasso di crescita del Pil (valori percentuali su valori concatenati con anno di riferimento 2000).
Tavola 10. Reddito disponibile per abitante (valori in euro, PPCS). Anni 1996, 2000 e 2006 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 27
Tavola 11. Tasso di occupazione 15-64 anni. Anni 2000, 2004, 2008 e 2009 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 31Tavola 12. Tasso di occupazione femminile 15-64 anni. Anni 2000, 2004, 2008 e 2009 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 33Tavola 13. Tasso di occupazione 55-64 anni. Anni 2000, 2004, 2008 e 2009 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 35Tavola 14. Tasso di disoccupazione. Anni 2000, 2004, 2008 e 2009 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 37Tavola 15. Tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni). Anni 2000, 2004 e 2008 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 39Tavola 16. Tasso di disoccupazione femminile. Anni 2000, 2004, 2008 e 2009 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 41Tavola 17. Tasso di disoccupazione di lunga durata. Anni 2000, 2004, 2008 e 2009 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 43Tavola 18. Tasso di attività della popolazione in età 15-64 anni. Anni 2000, 2004, 2008 e 2009 . . . . . . . . . . . . . . . . . . 45Tavola 19. Popolazione di età compresa tra 25 e 64 anni con istruzione terziaria (Inc. % sul totale). Anni 2000, 2004 e 2008 . . . . . . . . 47Tavola 20. Popolazione di età compresa tra 25 e 64 anni che ha partecipato alla formazione permanente (Inc. % sul totale). Anni 2000, 2004 e 2008 . 49
4. Innovazione e ricerca
Tavola 21. Spesa in R&S (in % sul Pil). Anni 2000, 2005 e 2007 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 53Tavola 22. Brevetti presentati all'EPO (richieste per milione di abitanti). Anni 2000, 2005 e 2006 . . . . . . . . . . . . . . . . . 55Tavola 23. Occupazione nel settore manifatturiero ad alta e medio-alta tecnologia (Inc. % sul totale occupati). Anni 1998, 2004 e 2008 . . . . . 57Tavola 24. Occupazione nel settore dei servizi ad alta tecnologia (Inc. % sul totale occupati). Anni 1998, 2004 e 2008 . . . . . . . . . . 59
Centro studi Unioncamere del Veneto
1. Popolazione
2. Contesto economico
Grafico 7. Pil a parità di potere d'acquisto per abitante (valori in euro, PPS). Anno 2007 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22Grafico 8. Pil in milioni di euro PPS. Anno 2007 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24Grafico 9. Tasso di crescita del Pil (valori % su valori concatenati con anno di riferimento 2000). Anno 2009. . . . . . . . . . . . . . 26Grafico 10. Reddito disponibile per abitante (valori in euro, PPCS). Anno 2006 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 28
Grafico 11. Tasso di occupazione 15-64 anni. Anno 2009 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 32Grafico 12. Tasso di occupazione femminile 15-64 anni. Anno 2009 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 34Grafico 13. Tasso di occupazione 55-64 anni. Anno 2009 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 36Grafico 14. Tasso di disoccupazione. Anno 2009 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 38Grafico 15. Tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni). Anno 2008 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 40Grafico 16. Tasso di disoccupazione femminile. Anno 2009. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 42Grafico 17. Tasso di disoccupazione di lunga durata. Anno 2009 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 44Grafico 18. Tasso di attività della popolazione in età 15-64 anni. Anno 2009 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 46Grafico 19. Popolazione di età compresa tra 25 e 64 anni con istruzione terziaria (Inc. % sul totale). Anno 2008 . . . . . . . . . . . . . 48Grafico 20. Popolazione di età compresa tra 25 e 64 anni che ha partecipato alla formazione permanente (Inc. % sul totale). Anno 2008 . . . . . 50
4. Innovazione e ricerca
Grafico 21. Spesa in R&S (in % sul Pil). Anno 2007 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 54Grafico 22. Brevetti presentati all'EPO (richieste per milione di abitanti). Anno 2005 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 56Grafico 23. Occupazione nel settore manifatturiero ad alta e medio-alta tecnologia (Inc. % sul totale occupati). Anno 2008 . . . . . . . . . 58Grafico 24. Occupazione nel settore dei servizi ad alta tecnologia (Inc. % sul totale occupati). Anno 2008 . . . . . . . . . . . . . . . 60
5. Il Veneto e le regioni europee
Grafico 25. Densità abitativa (ab/Kmq). Anno 2008 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 63Grafico 26. Popolazione residente (Var. % 1998-2008) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 63Grafico 27. Popolazione residente con età >= 65 anni (Inc. % sul totale). Anno 2008. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 64Grafico 28. Tasso di natalità. Anni 1997 e 2007 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 64Grafico 29. Pil a parità di potere d'acquisto per abitante (valori in euro, PPS). Anno 2007 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 65Grafico 30. Pil in milioni di euro PPS. Anno 2007 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 65Grafico 31. Reddito disponibile per abitante (valori in euro, PPCS). Anno 2006 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 66Grafico 32. Tasso di occupazione 15-64 anni. Anno 2008 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 66Grafico 33. Tasso di occupazione femminile 15-64 anni. Anno 2008 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 67Grafico 34. Tasso di occupazione 55-64 anni. Anno 2008 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 67Grafico 35. Tasso di disoccupazione. Anno 2008 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 68Grafico 36. Tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni). Anno 2008 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 68Grafico 37. Tasso di disoccupazione femminile. Anno 2008. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 69Grafico 38. Tasso di disoccupazione di lunga durata. Anno 2008 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 69Grafico 39. Tasso di attività della popolazione in età 15-64 anni. Anno 2008 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 70Grafico 40. Popolazione di età compresa tra 25 e 64 anni con istruzione terziaria (Inc. % sul totale). Anno 2008 . . . . . . . . . . . . . 70Grafico 41. Popolazione di età compresa tra 25 e 64 anni che ha partecipato alla formazione permanente (Inc. % sul totale). Anno 2008 . . . . . 71Grafico 42. Spesa in R&S (in % sul Pil). Anno 2005 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 71Grafico 43. Brevetti presentati all'EPO (richieste per milione di abitanti). Anno 2005 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 72Grafico 44. Occupazione nel settore manifatturiero ad alta e medio-alta tecnologia (Inc. % sul totale occupati). Anno 2008 . . . . . . . . . 72Grafico 45. Occupazione nel settore dei servizi ad alta tecnologia (Inc. % sul totale occupati). Anno 2008 . . . . . . . . . . . . . . . 73
Centro studi Unioncamere del Veneto
Siti Internet consultati
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Consiglio europeo di primavera, Lavorare insieme per la crescita
e l'occupazione. Il rilancio della strategia di Lisbona, Bruxelles,
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Bruxelles, 3.3.2010, COMM(2010) 2020.
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Commissione. Documento di valutazione della strategia di Lisbona,
Bruxelles, 2.2.2010, SEC(2010) 114 definitivo.
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racconta, il Veneto si confronta, Venezia.
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nel 2009, Venezia.
Il Veneto in Europa
Un confronto con i 27 Paesi
Source: http://www.unioncamereveneto.eu/userfiles/ID205__IlVenetoInEuropa.PDF
WALTER HALLSTEIN-INSTITUT FÜR EUROPÄISCHES VERFASSUNGSRECHT HUMBOLDT-UNIVERSITÄT ZU BERLIN WHI – Materials 2/03 RALF KANITZ/PHILIPP STEINBERG (HRSG.) NEUE RECHTSPRECHUNG DER EUROPÄISCHEN GERICHTE (EUGH, EUG) EXAMENSRELEVANTE ENTSCHEIDUNGEN KOMPAKT DARGESTELLT, KOMMENTIERT UND RECHTLICH EINGEORDNET Ralf Kanitz/Philipp Steinberg (Hrsg.), Neue Rechtsprechung der Europäischen Gerichte (EuGH, EuG). Examensrelevante Entscheidungen kompakt, Berlin, April 2003 Kontakt: Walter Hallstein-Institut für europäisches Verfassungsrecht Juristische Fakultät Humboldt-Universität zu Berlin Unter den Linden 6 D 10099 Berlin Tel.: ++49 (0) 30 2093 3440 Fax: ++49 (0) 30 2093 3449 www.whi-berlin.de Email: [email protected] und [email protected]
High Diversity of Hepatitis C Viral Quasispecies Is Associated with Early Virological Response in Patients Undergoing Antiviral Therapy Xiaofeng Fan,1,2 Qing Mao,3,4 Donghui Zhou,1,5 Yang Lu,1 Jianwei Xing,1 Yanjuan Xu,1 Stuart C. Ray,3 and Adrian M. Di Bisceglie1,2 Differential response patterns to optimal antiviral therapy, peginterferon alpha plus ribavi-rin, are well documented in patients with chronic hepatitis C virus (HCV) infection. Amongmany factors that may affect therapeutic efficiency, HCV quasispecies (QS) characteristicshave been a major focus of previous studies, yielding conflicting results. To obtain a com-prehensive understanding of the role of HCV QS in antiviral therapy, we performed thelargest-ever HCV QS analysis in 153 patients infected with HCV genotype 1 strains. A totalof 4,314 viral clones spanning hypervarible region 1 were produced from these patientsduring the first 12 weeks of therapy, followed by detailed genetic analyses. Our data show anexponential distribution pattern of intrapatient QS diversity in this study population inwhich most patients (63%) had small QS diversity with genetic distance (d) less than 0.2. Thegroup of patients with genetic distance located in the decay region (d>0.53) had a signifi-cantly higher early virologic response (EVR) rate (89.5%), which contributed substantiallyto the overall association between EVR and increased baseline QS diversity. In addition, EVRwas linked to a clustered evolutionary pattern in terms of QS dynamic changes. Conclusion:EVR is associated with elevated HCV QS diversity and complexity, especially in patients withsignificantly higher HCV genetic heterogeneity.(HEPATOLOGY 2009;50:1765-1772.)